L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato un caso di Mers-CoV (sindrome respiratoria da coronavirus del Medio Oriente) in una ragazza saudita di quattordici anni, mentre l’Arabia Saudita ha annunciato un’altra morte a causa dello stesso virus. L’OMS ha dichiarato che le condizioni mediche della quattordicenne, che ha contratto una infezione Mers-CoV il 29 maggio scorso, sono stabili. La paziente proviene dalla regione orientale del paese, ma non da Al-Ahsa, il sito di un recente studio che ha incluso 22 casi e 10 decessi. Dalla breve descrizione fornita dalla OMS, il caso sembra essere il medesimo annunciato dal Ministero della Sanità dell’Arabia Saudita il 2 giugno scorso, ma la comunicazione è estremamente ridotta e parla solo di una donna che vive nella regione orientale e che soffre di una malattia cardiaca cronica. In ogni modo il suo stato di salute è descritto come “rassicurante“.
L’annuncio di oggi è stato diffuso tramite un comunicato tradotto inviato da ProMED, il servizio di monitoraggio delle malattie della Società Internazionale per le Malattie Infettive. Si dice solo che il Ministero della Sanità dell’Arabia Saudita “ha annunciato la morte di un paziente tra i casi precedentemente infettati da Mers-CoV ad Al-Ahsa“. Non fornisce dettagli sul paziente, né età, né sesso, o altri dettagli. Il Ministero della Sanità dell’Arabia Saudita non aveva a disposizione una traduzione in inglese del comunicato, al momento della presente pubblicazione.
La dichiarazione porterebbe il conteggio generale a cura dell’OMS a 54 casi e 30 decessi. L’annuncio saudita di oggi farebbe aumentare il bilancio delle vittime a 31. Ma i veri numeri dei casi di Mers-CoV e le relative morti sono poco chiari, dal momento che un altro caso e altri tre decessi sono segnalati dal Ministero della Sanità dell’Arabia Saudita in questi ultimi giorni, ma non sono ancora stati citati dall’OMS. Ieri il Ministero ha riportato un caso di un uomo di ottantatré anni ad Al-Ahsa, e il 1° giugno ha riportato la morte di tre pazienti i cui casi erano stati annunciati in precedenza. Nel frattempo, i Centri statunitensi per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione (CDC), sulla sua pagina relativa al Mers-CoV, elenca un conteggio globale di 55 casi (uno in più del numero ufficiale) e 30 decessi, ma sia il CDC che il Ministero della Sanità dell’Arabia Saudita confermano soltanto 40 casi e 24 decessi.
Allo stesso momento, la sanità pubblica in Inghilterra (ex UK Health Protection Agency) ha annunciato ieri che terrà una conferenza sul Mers-CoV il prossimo 9 luglio, con esperti internazionali e del Regno Unito che presenteranno le loro scoperte sul virus e sulla malattia. “La conferenza riunirà specialisti locali, nazionali e si discuterà di prospettive internazionali su questa malattia, da prendere in considerazione a causa del suo potenziale futuro corso, oltre a concordare le priorità di ricerca“, recitava l’annuncio.
Proprio oggi, l’agenzia di sanità pubblica del Canada (PHAC) ha rilasciato una dichiarazione sul Mers-CoV, sostenendo che il rischio per i canadesi è basso perché il virus non sembra diffondersi facilmente da persona a persona. È comunque consigliato ridurre il rischio di infezione adottando le precauzioni usuali, come ad esempio evitare uno stretto contatto con persone che hanno segni di malattie respiratorie, e di tenere monitorati eventuali problemi respiratori. Il PHAC non sta consigliando eventuali restrizioni di viaggio per ora, ma consiglia alcune precauzioni per i viaggiatori: tra le altre cose, l’avviso comunica che il rischio può essere maggiore per i viaggiatori che hanno patologie croniche come il diabete o malattie cardiache e, in questi casi, sono invitati a rivolgersi al medico immediatamente, se dovessero riscontrare sintomi influenzali entro 10 giorni dopo il ritorno dall’estero. L’agenzia canadese ha inoltre dichiarato che il National Microbiology Laboratory sta lavorando con un campione del virus di sviluppare per test diagnostici, tra cui un test degli anticorpi, per determinare se le persone sono state esposte al contagio. Il laboratorio sta testando l’efficacia di antivirali, oltre a sviluppare e testare svariati vaccini.
Per approfondimenti, vi consigliamo di visitare il sito della World Health Organization: http://www.who.int/csr/don/2013_06_05/en/index.html
06 giugno 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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