Una squadra di ricercatori americani ha individuato un nuovo modo per trattare i disturbi di ansia.
Secondo gli scienziati dell’Università di Vanderbilt, per combattere le reazioni ansiose è importante modificare chimicamente l’enzima COX-2 attivando così gli endocannabinoidi naturali, senza ottenere effetti collaterali di natura gastrointestinale.
Gli endocannabinoidi sono molecole naturali che attivano i recettori dei cannabinoidi nel cervello e sono presenti, a loro volta, nel sistema gastrointestinale ed in altre parti del corpo. Una volta attivi, questi recettori vanno ad agire sull’ansia, rimodulandola ed attenuandola.
L’esperimento che per ora è stato condotto con un certo successo sulle cavie da laboratorio, ora dovrà essere testato sugli esseri umani. Ma gli scienziati sono fiduciosi e sperano in ulteriori studi e sviluppi.
“Gli studi clinici potrebbero portare alla creazione di una classe di farmaci che potrebbero avere effetti benefici sulle persone“, ha detto Lawrence Marnett, direttore del Vanderbilt Institute of Chemical Biology e co-autore dello studio.
Gli scienziati ritengono anche che la stimolazione degli endocannabinoidi possa portare effetti positivi e benefici per alleviare il dolore, prevenire il cancro al colon, e lenire disturbi legati alle difficoltà di movimento.
I nuovi farmaci che sfruttano questo particolare processo potrebbero sostituire presto anche altri farmaci antinfiammatori non steroidei che alleviano sì il dolore e l’infiammazione ma allo stesso tempo bloccano i cicloossigenasi (COX), enzimi che producono prostaglandine pro-infiammatorie.
Al contrario, grazie alla modifica dell’enzima COX-2 verrebbero aumentati i livelli degli endocannabinoidi senza che la produzione di prostaglandine venga intaccata e bloccata.
“Pensiamo che questi farmaci non avranno gli effetti collaterali gastrointestinali e cardiovascolari che forse altri producono”, ha dichiarato Marnett, “noi pensavamo di sapere tutto quello che c’era da sapere sugli inibitori della COX-2, fino a circa cinque anni fa, quando abbiamo scoperto che gli effetti di questa stimolazione possono andare anche oltre, a beneficio di numerose patologie così da spianare la strada per la prossima generazione di farmaci“.
Sulla scoperta c’è chi nutre qualche perplessità sostenendo che si tratta di risultati ancora aleatori per poter gridare al successo.
Ma è anche vero che i risultati, al momento lasciano ben sperare.
Attualmente tra gli ansiolitici in commercio spiccano le benzodiazepine tra cui Lexotan, Valium, Prazene, Tavor. Questi farmaci hanno preso il posto dei barbiturici molto più dannosi e dagli effetti maggiormente pericolosi.
Come funzionano gli ansiolitici?
Il farmaco va ad agire sui recettori del GABA che è un neurotrasmettitore che inibisce gli stati ansiosi, la depressione e lo stress.
In questo modo il corpo beneficerà di uno stato molto più tranquillo e rilassato.
Autore | Marirosa Barbieri
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