“L’utilizzo sistematico di farmaci per la pressione, per più di dieci anni, aumenta le possibilità di sviluppare il cancro al seno“.
E’ quanto riportato in uno studio che rientra nel Programma di Ricerca Traslazionale presso il Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle.
La ricerca ha individuato, per la prima volta, il collegamento tra l’uso a lungo termine dei farmaci per la pressione e lo sviluppo di uno dei tumori maligni più comuni e mortiferi tra le donne.
Le pazienti che hanno assunto farmaci per la pressione arteriosa, i cosiddetti calcio-antagonisti (farmaci che bloccano la sedimentazione di ioni di calcio nelle cellule del cuore) per 10 anni o più, avevano un rischio 2,5 volte maggiore di sviluppare il cancro al seno rispetto a chi non ha mai fatto uso del medicinale o ha utilizzato altri trattamenti.
“Anche se questo è un dato interessante“, ha detto Christopher Li, uno degli autori dello studio, “c’è ancora molto da fare e da scoprire. Ci rendiamo conto che questi risultati possono destare grande preoccupazione per le donne che attualmente utilizzano questi farmaci ma costituiscono anche una svolta importante nel campo della ricerca“.
IL TRATTAMENTO PER LA PRESSIONE
I farmaci utilizzati per controllare la pressione del sangue sono più comunemente prescritti negli Stati Uniti. Nel 2010 sono state effettuate più di 678 milioni di prescrizioni. Il farmaco di punta, il Norvasc ha generato un business di circa 1,35 miliardi dollari nel 2012.
Le medicine in questione riducono la pressione sanguigna impedendo al calcio di sedimentarsi. Tra i trattamenti alternativi, ci sono i betabloccanti, che abbassano la pressione sanguigna; i diuretici ed alcuni inibitori che impediscono al corpo di produrre l’ angiotensina che restringe i vasi sanguigni aumentando la pressione arteriosa.
I RISULTATI DELLO STUDIO
Lo studio è stato eseguito su un campione di 1.960 donne con diagnosi di cancro al seno e su 891 donne senza malattia. Alle pazienti è stato chiesto quali trattamenti per la pressione sanguigna avessero subito e per quanto tempo.
I risultati hanno dimostrato che l’ uso di medicine a base di calcio-antagonisti per 10 anni ha aumento il rischio di sviluppare il cancro al seno di circa 2,5 volte. Altri trattamenti utilizzati a lungo termine non hanno esposto le pazienti a rischi simili.
Li ha detto che i risultati sono ancora da verificare ed approfondire, utilizzando magari un campione più vasto e composito di donne.
“Questi dati“, ha detto Patricia Coogan, professore di ricerca di epidemiologia presso la Slone Epidemiology Center della Boston University, “non provano che l’utilizzo di medicine a base di calcio-antagonisti per 10 o più anni aumenterà di sicuro il rischio di sviluppare il cancro al seno. Sono necessari, infatti, una serie di ulteriori studi che confermino la portata della scoperta e che aprano una discussione seria sugli effetti a lungo termine dei farmaci in questione“.
Più di 232.000 donne ricevono una diagnosi di cancro al seno negli Stati Uniti ogni anno e più di 39.600 moriranno dalla malattia, secondo il National Cancer Institute che ha finanziato lo studio.
Questi dati la dicono lunga sull’aggressività del cancro e sulla necessità di individuare tutte le possibili cause e fattori di rischio della malattia.
Autore | Marirosa Barbieri
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