400 casi di persone colpite dal parassita cyclospora negli Stati Uniti. E’ il bilancio divulgato dai funzionari del Dipartimento della sanità statunitense, lo scorso venerdì.
A partire dal primo agosto, infatti, sono stati segnalati 400 casi di infezione in Iowa (146 persone sono risultate infette), Texas (113 casi sono stati segnalati), Nebraska (81 soggetti colpiti dal parassita), Florida, Wisconsin, New York, Georgia, Illinois, Arkansas, Kansas, Louisiana, Missouri, Connecticut, Minnesota, New Jersey, New York e Ohio.
I funzionari della sanità sono concordi nel dire che l’infezione ha fatto i suoi esordi i primi giorni di luglio salvo poi diffondersi vertiginosamente nel mese successivo.
Ad oggi, almeno 22 persone sono state ricoverate in ospedale, secondo i dati forniti dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie.
IL PARASSITA
La cyclospora è un parassita conosciuto che provoca la cosiddetta cyclosporiasis intestinale e si diffonde attraverso il consumo di cibo e bevande contaminate.
I sintomi includono nausea, diarrea, dolore addominale, crampi, dolori simil-influenzali e febbre.
Tra gli alimenti che contengono maggiormente il parassita, secondo indagini recenti, spicca l’insalata in busta (iceberg e lattuga romana, insieme al cavolo rosso e carote), un cibo particolarmente consumato dagli americani proprio perchè già pronto al consumo.
“La nostra indagine a tutto tondo ha rilevato la presenza del parassita soprattutto nell’insalata in busta“, ha dichiarato ufficialmente il Dipartimento di Salute Nebraska e Servizi Umani.
PERICOLO PER LA SALUTE PUBBLICA?
Venerdì scorso, la FDA (Food and Drug Administration preposta al controllo dei cibi in commercio sul mercato americano) ha dichiarato che al momento è difficile ricondurre ad una fonte specifica il focolaio di diffusione dell’epidemia. E’ impossibile, cioè, capire da dove sia partita l’infezione.
Come già detto, gli Stati maggiormente interessati dal fenomeno sono il Nebraska e l’Iowa (seguiti dagli altri) che impediscono agli investigatori di diffondere i nomi di marchi o aziende produttrici di insalata, sospettate di produrre l’alimento infetto, come ha dichiarato il dottor Jon LaPook alla CBS News.
“Il fatto che una certa marca di insalata sia infetta, non significa che il focolaio sia da ricercare proprio in quell’azienda“, ha detto LaPook, “per esempio, il parassita potrebbe trovarsi in un distributore comune o in un impianto di trasformazione comune a molte aziende e quindi aver contaminato diverse case produttrici di insalata“.
L’FDA ha spiegato un corposo team di investigatori in 10 uffici in tutto il Paese affinchè gli esperti lavorino e studino il modo più giusto per intercettare la fonte del focolaio.
Autore | Marirosa Barbieri
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