NEW YORK. Quando la signora Henrietta Lacks si ammalò di cancro e poi morì, di certo non sapeva che le sue cellule malate sarebbero diventate oggetto di discussione scientifica.
Le cellule della donna afroamericana affetta dal cancro al collo dell’utero, sono state utilizzate, senza il suo consenso, per 62 anni ai fini delle ricerca scientifica, nei laboratori di tutto il mondo.
Solo mercoledì scorso, il National Institutes of Health ha raggiunto un accordo con la famiglia della defunta, i cui parenti, ignari, erano insorti contro l’uso non consentito delle cellule tumorali della congiunta.
Da oggi, le informazioni sulle cellule della signora, conosciute come cellule HeLa, saranno conservate in un database sicuro e controllato al quale i ricercatori biomedici avranno accesso.
“Questo è un accordo storico ed importantissimo“, ha detto il direttore del National Institute of Health (l’istituto che ha avuto il privilegio di ricevere l’autorizzazione all’uso del genoma della signora), il dottor Francis Collins, “ che tutelarà sia l’interesse della famiglia sia la ricerca biomedica“.
Il genoma HeLa è stato sequenziato più volte (cioè le informazioni genetiche delle cellule sono state messe in ordine) e verrà sequenziato nuovamente.
L’analisi dei pezzi di genoma, ad esempio, ci spiega se una persona rischia il diabete, o il morbo di Alzehimer, o altre patologie genetiche importanti.
Collins ha anche sottolineato che l’accesso al genoma HeLa migliorerà senza dubbio la ricerca in campo medico- scientifico sotto diversi aspetti.
Per fare qualche esempio sull’importanza dell’utilizzo di queste cellule, ricordiamo l’esperimento del febbraio 1951, portato a segno dai medici della Johns Hopkins Hospital di Baltimora.
Questi hanno prelevato parte del tessuto tumorale della signora ed hanno generato il primo gruppo di cellule umane che possono crescere continuamente nel laboratorio.
Queste cellule, inoltre, sembrano immortali, e sono state utilizzate sia per la ricerca biomedica di base che per combattere la poliomielite, per vaccini, terapie contro il cancro, tecniche di fecondazione in vitro, farmaci contro l’herpes, leucemia, l’influenza, emofilia e morbo di Parkinson.
Per decenni i figli di Henrietta non sapevano che le cellule della loro mamma fossero utilizzate così tanto.
La famiglia di questa donna è rimasta “scioccata e delusa“, quando i ricercatori tedeschi hanno pubblicato un documento che rivelava l’importanza del genoma HeLa.
Quando la famiglia ha chiesto ai ricercatori tedeschi di eliminare i dati del DNA dalla banca dati pubblica, questi non si sono tirati indietro e lo hanno fatto.
Come avverrà da oggi l’accesso ai dati?
Dopo il recente accordo siglato tra il National Institute of Health e la famiglia di Henrietta, le richieste di accesso al database contenenti le cellule della defunta, da parte dei ricercatori, verranno vagliate in profondità.
In particolare, sei membri (scienziati e due discendenti della Lacks) si assicureranno che le informazioni sulle cellule verranno impiegate ai fini della ricerca scientifica e biomedica, che i dati sul Dna verranno mantenuti in un luogo sicuro e non verranno in alcun modo utilizzati per finalità commerciali.
La peculiarità di queste cellule è che sono state in grado di sopravvivere e proliferare in laboratorio per 60 anni. Il virus del papilloma umano, che provoca il cancro del collo dell’utero, a quanto pare, si insinua sul cromosoma 8 del genoma della Lacks, secondo una ricerca condotta da Jay Shendure dell’Università di Washington.
Autore | Marirosa Barbieri
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