Chi assume ormoni per trattare i sintomi classici della menopausa aumenta il rischio di cancro al seno. La percentuale di rischio però varia da soggetto a soggetto e non colpisce tutte le donne nello stesso modo.
L’aumento del rischio varia a seconda della donna, del suo indice di massa corporea ( BMI), della densità e consistenza del suo seno.
I ricercatori hanno esaminato quasi 1,65 milioni di donne in postmenopausa in un’età che parte dai 45 anni in su, realizzando che le donne più magre così come quelle con un seno più denso (cioè con una maggiore quantità di tessuto adiposo) erano più esposte a rischi conseguenti alla terapia ormonale contro il cancro al seno.
Tra le donne sottopeso e normopeso (con un indice di massa corporea inferiore a 25) quelle che si sono sottoposte alla terapia ormonale sostitutiva hanno avuto il 35 % di probabilità in più di sviluppare il cancro al seno rispetto a coloro che non hanno utilizzato la terapia ormonale sostitutiva.
Per le donne obese ( quelle con un BMI pari a 30 o superiore) , il rischio di cancro al seno non sembra essere correlato all’uso di ormoni.
Anche l’etnia delle donne, in base allo studio, gioca un ruolo chiave nello sviluppo del tumore al seno conseguente a terapia ormonale.
“Le donne di colore, quelle obese e con tessuto mammario composto in gran parte di grasso hanno maggiori probabilità di sviluppare il cancro al seno”, hanno dichiarato i ricercatori dell’Università di Chicago in uno studio pubblicato sul Journal of National Cancer Institute.
Ricerche precedenti avevano dimostrato che l’utilizzo di ormoni per alleviare i sintomi della menopausa era collegato ad un aumento del rischio di sviluppare il cancro al seno. Questi risultati avevano quindi portato ad una riduzione del numero di prescrizioni di ormoni per le donne in postmenopausa. A questa riduzione è seguita una diminuzione del tumore.
Nel nuovo studio in linea con i risultati precedenti è stato evidenziato un legame tra l’uso della terapia ormonale sostitutiva complessiva ed una maggiore incidenza del cancro al seno. In media , 578 donne su 10.000 che non hanno utilizzato il trattamento ormonale non hanno sviluppato il tumore.
Secondo i ricercatori però la ricerca deve essere ancora implementata e verificata in alcuni punti: ad esempio, lo studio non ha esaminato il tipo di terapia ormonale (in grado di generare il cancro) seguito dalle donne e soprattutto il lasso di tempo in cui è stata seguita la terapia.
“Il vero effetto della terapia ormonale nel lungo termine sul rischio di sviluppare il cancro al seno potrebbe essere maggiore rispetto a quella osservato soprattutto perchè sempre più donne risultano ipersensibili alla terapia ormonale sostitutiva”, hanno concluso i ricercatori.
Autore | Marirosa Barbieri
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Ormoni e raggi X sempre molto hot nella classifica dei fattori di rischio. Così tra screening, esami inutili, esami esagerati, alimentazione e terapie varie tra contraccettive e ormonali qualche sospetto ci viene! Ma è mai possibile che questo cancro così curabile se diagnosticato in tempi brevi non stia diventando un business irrinunciabile per la sanità occidentale?
dici che è meglio tenere il paziente con un piede nella fossa ed uno tra i vivi?
Non lo so.
Di certo quando ci sono di mezzo i soldi l’uomo sa dare il peggio di sé.