“Il latte materno sa di pane tostato con sopra cannella e crema di nocciola”.
No, non è un neonato a dirlo ma un marito-padre che ha sperimentato l’ebbrezza di succhiarlo dal seno della moglie.
L’esperimento, assai singolare, riguarda una coppia di sposi americani ed è riportato sul magazine Examiner.com.
Il “bambino-cresciuto” che ha chiesto di rimanere nell’anonimato, ha condiviso la sua esperienza “strabiliante“sulle colonne del giornale.
“Mio figlio neonato“, ha raccontato l’uomo, “era attaccato al seno della madre e succhiava. All’improvviso, mentre suggeva il latte, si è addormentato. Mia moglie è entrata in panne e provava dolore al seno, diventato turgido e gonfio (visto che non era riuscita a svuotarlo). Mi sono chiesto: che cosa posso fare per lenire la sua sofferenza? In quel momento ho pensato che l’unica soluzione praticabile, fosse quella di succhiare il latte residuo“.
A quel punto, l’impavido marito prende coraggio e, con imbarazzo, propone alla moglie sofferente, la soluzione.
La donna, inizialmente diffidente ma divertita dall’insolita proposta, accetta, prostrata dal dolore.
“E’ stato semplicissimo ma un tantino imbarazzante“, racconta l’uomo, “ma senza dubbio un’esperienza unica“.
La moglie istruisce il marito improvvisatosi neonato, dispensandogli così utili consigli su come posizionare il capo e come succhiare ed il gioco è fatto.
UN RETROGUSTO SPECIALE
Il sapore che l’anonimo papà ci descrive è delizioso e delicato.
“Il latte sapeva di pane tostato con nocciola e cannella. La sensazione era di calore avvolgente ed il liquido in bocca si disperdeva velocemente“, ha raccontato l’uomo che dice di essersi sganciato con fatica dal seno della moglie.
“Ora capisco perchè i bambini cercano sempre il seno della mamma e succhiano beati e felici“.
CHE COSA CONTIENE IL LATTE MATERNO?
Il sapore del latte materno dipende in massima parte da ciò che la mamma mangia.
E così: una donna che mangia cibi piccanti, produrrà del latte piccante; chi si nutre di frutta, avrà un latte fruttato.
Ecco perchè i medici suggeriscono alle donne che allattano, una serie di misure volte a garantire la sicurezza del latte.
PERCHE’ IL LATTE MATERNO FA BENE?
Il latte materno è ricco di vitamine, minerali , grassi ed altre sostanze utili per il neonato.
La temperatura a cui si conserva è quella del corpo umano.
Tra i componenti, ci sono acqua; proteine; zuccheri; grassi utili per le cellule nervose; vitamina C,D ed E importanti antiossidanti; il ferro, lo zinco, il fosforo.
Il primo latte (quello prodotto nei primi giorni di allattamento) si chiama colostro ed è rinomato per il suo colore giallo e per il suo elevato contenuto di proteine.
IL LATTE RAFFORZA IL SISTEMA IMMUNITARIO DEL PICCOLO
Oltre a rinsaldare il rapporto affettivo madre-figlio, l’allattamento al seno fortifica anche il sistema immunitario del bebè.
In che modo?
Il bimbo allattato al seno sviluppa una serie di anticorpi contenuti nel latte ed è quindi al riparo da tutta una serie di patologie connesse al sistema immunitario (infezioni, allergie).
Questa tesi trova riscontro in uno studio Usa condotto da ricercatori dell’ Università dell’ Illinois secondo cui nel latte della mamma ci sono gli oligosaccaridi che stimolano la produzione della flora batterica.
Sulla durata di allattamento, invece, c’è un vero e proprio dibattito: c’è chi sostiene che siano necessari sei mesi, chi due anni.
IL LATTE IN POLVERE
Molte mamme, loro malgrado, sono costrette ad allattare in modo artificiale, a causa di problemi psicologici (alcune si sentono inadatte) e fisiologici (molte non hanno una quantità adeguata di latte).
In questi casi, il latte in polvere costituisce un toccasana.
E’ importante, però, sterilizzarlo ad una temperatura di 70 gradi così da sterminare i batteri.
Esistono vari generi di latte artificiale, tra cui quello di soia (utilizzato nel caso di intolleranze) che contiene una grande quantità di proteine; c’è poi il latte ipoallergenico, indicato nel caso in cui il piccolo soffra di intolleranze al lattosio, ed il latte specifico contro il rigurgito tipico nei neonati.
Autore | Marirosa Barbieri
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