Sappiamo già che i ristoranti fast food sono tra i colpevoli dell’epidemia di obesità in America, ma non è solo dove si mangia a creare il problema: in particolare, la Boston University ha appena confermato i dati di uno studio che collega specificamente gli hamburger del fast-food e le bibite all’obesità nelle giovani donne afro-americane.
Come si evince dal comunicato stampa, un gruppo di ricerca dello Slone Epidemiology Center della Boston University ha esaminato l’associazione tra consumo di alimenti provenienti dai ristoranti e rischio di obesità in un ampio campione di giovani donne afro-americane. I risultati hanno fornito la prova che spesso sono proprio gli hamburger ad essere associati ad un maggiore rischio di obesità; inoltre, anche la maggiore assunzione di bevande zuccherate analcoliche (che sono comunemente consumate insieme a questi cibi) è stata ugualmente associata.
Questo studio è stato condotto utilizzando i dati provenienti da una ricerca sulla salute femminile, un’indagine svolta su 59.000 donne afro-americane che ha avuto inizio nel 1995. L’analisi ha incluso le donne più giovani, di età compresa tra i 21 e i 39 anni, perché la maggior parte dell’aumento di peso si verifica prima della mezza età. Le donne studiate non erano obese e non avevano una storia di cancro o malattie cardiovascolari all’inizio del follow-up; la dieta è stata valutata due volte (nel 1995 e nel 2001) utilizzando questionari validati e le informazioni sui pesi delle partecipanti sono stati raccolti ogni due anni dall’inizio dello studio fino al 2011.
I ricercatori hanno scoperto che le donne che mangiavano hamburger almeno due volte alla settimana avevano il 26% in più di probabilità di diventare obese entro la fine dello studio rispetto a quelle che raramente mangiavano lo stesso cibo, inoltre, dopo il controllo di molti fattori tra cui la qualità complessiva della dieta e l’assunzione di bibite dolcificate, è emerso che le donne che hanno bevuto almeno due bibite zuccherate al giorno avevano il 10% in più di probabilità di diventare obese rispetto a quelle che non le bevevano.
Autore | Daniela Bortolotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA