La malattia parodontale può distruggere ben più di un sorriso. Ecco a voi alcuni consigli per fermare la patologia prima che diventi un serio problema.
I pericoli delle malattie gengivali
Quando si desidera evidenziare il sorriso, si sbiancano i denti e si cambia tonalità di rossetto. Ma ci si sofferma mai a pensare alla salute delle gengive? Dopotutto, infiammazione del tessuto gengivale è tutt’altro che attraente. Anche se nelle fasi iniziali della malattia, che è causata da depositi di placca che non vengono rimossi da una corretta igiene, si può avvertire “solo” l’alito cattivo, i denti possono presto diventare oggetto di recessione gengivale, con sanguinamento, senso di gonfiore ed eccessiva lucidità, anziché essere di un bel colorito rosa.
“La patologia gengivale è molto comune” spiega il Dott. Sayed Mirbod, igienista dentale ad Halifax e presidente dell’Accademia canadese di Parodontologia. “Sta diventando il motivo principale per cui i pazienti perdono i denti“. La cura dentale avanzata di oggi ci sta aiutando a mantenere i nostri denti naturali in buone condizioni più a lungo, ma la salute delle gengive può essere ancora la nostra rovina… e non è tutto: l’infiammazione delle gengive è anche associata a malattie cardiovascolari, diabete non controllato, malattie polmonari, polmonite, artrite reumatoide e, nelle donne in gravidanza, pretermine e basso peso alla nascita dei neonati. I ricercatori stanno ancora verificando alcune di queste relazioni causali, ma i collegamenti purtroppo sono evidenti. Complessivamente, un terzo dei cittadini di 20 anni o più (dato canadese) soffrono di malattie gengivali in stadio precoce, dette gengiviti, e un altro quinto soffre di parodontite (malattia gengivale, da moderata a grave). La prevalenza sale con l’età, ma anche i bambini possono soffrire di parodontite aggressiva, e circa il 70% di questi casi finirà per avere una patologia gengivale, nel corso della vita.
Se non sapete quali sintomi cercare, la gengivite può restare silente per diversi anni nelle sue fasi iniziali, cioè quando sarebbe più reversibile. Non trattata, peggiora e progredisce in parodontite, infettando l’osso e i tessuti: i denti sembrano a posto, ma si nota sanguinamento, dolore e masticare diventa difficile. Una malattia gengivale progredisce diventando gengivite, fino a una patologia periodontale più avanzata, cioè non più reversibile. A questo punto, la perdita dei denti è inevitabile e sarà necessario l’intervento di un odontoiatra per tutta la vita.
Come capire se siete a rischio?
Fortunatamente, i controlli di routine con il vostro medico di fiducia – che è in grado di rilevare eventuali primi segni di problemi come l’infiammazione, il sanguinamento – vi metteranno in grado di riconoscere l’inizio del problema. Tuttavia ci sono categorie più a rischio, tra cui gli anziani, gli immuno-compromessi e i fumatori. “Fumare semina il caos in bocca“, spiega Il Dott. Rocell Gercio-Chad, igienista dentale che ha il suo studio a Calgary. “Inoltre, le persone che soffrono di diabete di tipo 2, soprattutto quelle che non possono tenere il diabete sotto controllo, hanno un significativo aumento della malattia parodontale, perché sono più suscettibili alle infezioni e infiammazioni”.
Altri fattori che giocano un ruolo importante nella patologia includono: stress, stringere i denti o digrignarli, cattiva alimentazione, scarsa igiene orale, alcuni farmaci e la genetica.
Infine, si può anche aumentare il rischio a causa dell’introduzione di nuove fonti di batteri estranei in bocca, ad esempio, la condivisione di un cucchiaio o lasciare che i vostri animali vi bacino. “I batteri che causano questa malattia transitano molto facilmente“, conferma il Dr. Gercio-Ciad.
Vari trattamenti
Una volta che la periodontite è identificata, può essere gestita a seconda della severità utilizzando una varietà di approcci. Nella generazione precedente alla nostra, le infezioni avanzate in bocca sarebbero state trattate eliminando intere sezioni di denti, ma oggi l’obiettivo è fermare la progressione della malattia, riparare i tessuti e mantenere il dente o i denti il più a lungo possibile. La prima priorità è quella di stabilizzare la malattia, eliminando la sua causa di fondo: placca e tartaro.
Se l’infiammazione delle gengive è abbastanza leggera può solo significare di intensificare le visite dal dentista per l’igiene ogni tre mesi, per rimuovere placca e tartaro e per evitare che si riformino subito. In questo caso, altri accorgimenti dovrebbero essere seguiti una volta a casa, possibilmente coadiuvati dall’uso di un collutorio antimicrobico.
Un igienista dentale può anche ritenere necessario sottoporvi a quattro/sei ore di pulizia profonda chiamata “root planing” (che noi conosciamo anche con il termine “curettage”), durante la quale la radice del dente viene raschiata e levigata. Più di una sessione può essere necessaria, a seconda della gravità. “Si tratta di un intervento che va oltre la pulizia normale“, spiega il Dott. Mirbod. “Di solito si esegue con strumenti diversi da quelli usati durante una pulizia tipica e si svolge in anestesia locale e in questi casi un antibiotico a basso dosaggio potrebbe essere utile, in seguito, per rallentare la malattia” precisa il medico. “Per alcuni pazienti, la terapia non chirurgica come il root planing è adeguata“, aggiunge Mirbod. “Ma è una faccenda del tutto diversa nei casi più avanzati, che possono richiedere la riduzione chirurgica della tasca gengivale, ossia il parodontologo solleva un lembo di tessuto gengivale, rimuove il tartaro dalla radice del dente e riattacca la gengiva in una posizione più bassa, prevenendo la quantità di placca che potrà formarsi in futuro”.
La gengiva danneggiata dalla patologia parodontale non ricresce da sola, ma la chirurgia può appianare l’osso, rendendo più difficile ai batteri ricrescere nello stesso punto e consentendo al tessuto gengivale di riattaccarsi. Ci sono anche molte procedure chirurgiche atte a rigenerare l’osso e a sostenere le fibre intorno ai denti, tra cui la rigenerazione guidata e l’innesto osseo e tissutale, tecniche enormemente migliorate negli ultimi dieci anni. L’igienista può applicare alla radice un gel contenente proteine che stimolano la crescita e che agiscono come una sorta di fertilizzante.
Qualunque sia l’approccio, una volta che la fase attiva del trattamento è finita, probabilmente saranno più frequenti gli appuntamenti dal dentista: in genere una pulizia ogni tre mesi. “La manutenzione deve essere rigorosa e permanente, in modo da non ripetere l’errore” conferma il Dott. Mirbod.
Non dimenticate la prevenzione
Volete eliminare il rischio di malattie gengivali?
Se fumate, smettete appena possibile.
Ci sono altri fattori di rischio dati dallo stile di vita che è possibile controllare: cercate di affrontare lo stress e di imparare a gestirlo, seguite una dieta ben bilanciata, investite in un bite se siete soliti digrignare i denti, usate uno spazzolino elettrico e non dimenticate il filo interdentale.
Cambiate le cattive abitudini che aumentano i batteri (e, di conseguenza, la placca) come gli spuntini a base di dolci; inoltre non assumete cibi appiccicosi senza lavarvi i denti subito dopo.
Naturalmente, la cura dei vostri denti e gengive deve avvenire correttamente. Filo interdentale ogni giorno, spazzolare almeno due volte al giorno per un totale di mezz’ora, dopo aver mangiato.
Chiedete al vostro dentista di mostrarvi le tecniche di spazzolatura adeguate.
Autore | Daniela Bortolotti
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