Sandra Ianculescu – Le persone che mangiano meno potrebbero vivere una vita più lunga e più sana.
La restrizione calorica ha effetti seri sul corpo che i ricercatori sperano di essere in grado di indurre usando le pillole.
Da quando mangiano il 25% di meno, i volontari dello studio Calerie sono dimagriti anche 10 chili, si sentono più sani, più leggeri e più energici. Inoltre gli scienziati sospettano che avranno anche una vita più lunga rispetto ad altre persone.
Lo studio CALERIE (Comprehensive Assessment of Long-Term Effects of Reducing Intake of Energy), condotto presso l’università di Boston, è cominciato dall’idea che le persone che consumano meno calorie godono di una salute migliore, che garantirebbe una vita più lunga.
Quest’opinione sembrerebbe un paradosso. Se mangiamo per vivere, com’è possibile che meno cibo significhi una vita più lunga? Ad oggi gli scienziati non hanno una spiegazione precisa. Il fatto è che questa conclusione è stata elaborata dopo tanti anni di studi su vari organismi, dai funghi ai topi.
Gli individui che mangiano meno vivono il 50% più a lungo.
Per il momento si sa che anche le scimmie hanno una vita più lunga se mangiano meno. I primati che non sono stati sfamati a dovere hanno presentato percentuali molto più basse di diabete, malattie cardiache e cancro rispetto ai loro simili che avevano mangiato a sazietà.
Ogni volta che mantenete una dieta a basso contenuto calorico (ma che contiene, tuttavia, i nutrienti essenziali), si riduce il colesterolo, la pressione sanguigna e lo zucchero nel sangue, e questo si traduce in una vita più lunga. Tuttavia, oltre alla prevenzione contro tante malattie debilitanti e mortali, la restrizione calorica sembra innescare anche altri meccanismi che prolungano la nostra vita. Lo studio Calerie si prefigge proprio di scoprire quali siano questi meccanismi.
I volontari mangeranno il 25-30% in meno rispetto al loro fabbisogno energetico normale per due anni, dopo di che saranno fatte delle analisi attente per vedere cos’è cambiato nei loro corpi. I ricercatori determineranno se tutte le persone possono beneficiare di questa restrizione calorica o se ci sono delle controindicazioni.
Aspettiamo con ansia i risultati.
Alcuni scienziati è dal lontano 1935 che attendono dei chiarimenti. Già all’epoca fu evidenziato come i topolini, che mangiavano meno e si mantenevano in un buon stato di allenamento fisico, vivevano più a lungo.
La domanda che ci poniamo è: “E’ possibile che un senso di fame leggera agisca come fattore lieve e costante di stress, che rinforza il corpo e lo rende più resistente ai problemi dell’età”? Inoltre – “è possibile che la restrizione calorica rallenti il metabolismo a tal punto da far vivere più a lungo un soggetto”?
Una volta trovato il collegamento esatto tra il senso di fame e la longevità, i ricercatori ne devono identificare e studiare a fondo i meccanismi molecolari.
Forse un domani ci saranno dei farmaci in grado di stimolare gli stessi meccanismi molecolari in modo da farci vivere di più senza per questo dover soffrire la fame.
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