“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza“, scriveva Dante Alighieri nel canto ventiseiesimo dell’Inferno e mai quanto oggi, quella frase, risulta attuale.
Il progresso tecnologico, infatti, ci ha guidato alla volta di nuove scoperte e, appunto, “canoscenze“.
L’ultima, in campo oncologico, arriva dalla Corea del sud dove, un gruppo di scienziati della Chonnam National University, ha messo a punto un nuovo trattamento anti-cancro, meno invasivo della chemioterapia.
Si tratta di un nanorobot (nominato Bacteriobot) in grado di rilevare e trattare le cellule tumorali in modo da evitare i dannosi effetti collaterali dei farmaci moderni.
Come funziona il nuovo dispositivo?
Gli scienziati hanno modificato geneticamente i batteri della salmonella i quali, iniettati nel corpo, attivano i linfociti T che tendono a distruggere le cellule tumorali.
Sui batteri sono stati impiantati dei robot microscopici delle dimensioni di circa 3 micrometri che, una volta giunti sino alle cellule tumorali, rilasciano automaticamente capsule contenenti farmaci anti-cancro.
La ricerca, decisamente onerosa ma importante, è stata finanziata in parte dal Ministero della Scienza e brevettata e conosciuta negli Stati Uniti, in Giappone ed in Europa.
Perchè il Bacteriobot è ritenuto più efficace rispetto ai classici trattamenti oncologici?
Le cure chemioterapiche moderne utilizzano sostanze chimiche che attaccano, oltre alle cellule tumorali, anche altre (quelle dei capelli, del midollo osseo e del tratto digerente), determinando quindi gran parte degli effetti collaterali legati alla chemioterapia.
Il Bacteriobot, invece, si limita d intervenire direttamente ed esclusivamente sulle cellule tumorali, lasciando integre quelle sane e risparmiando, così, al paziente gli effetti collaterali della chemioterapia.
Il robot è in grado di produrre effetti sul cancro al seno ed il cancro del colon-retto ma in futuro troverà applicazione anche nel trattamento di una più vasta gamma di tumori.
“Il nanorobot promette bene“, ha dichiarato il team di esperti che ha messo a punto questo strumento, “stando almeno ai risultati rilevati, al momento, sulle cavie di laboratorio“.
Autore | Marirosa Barbieri
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