Dimmi quanto dormi e ti dirò se sarai depresso.
It’s not a joke (non è uno scherzo) ma quanto dimostrato da uno studio condotto da un team di ricercatori e pubblicato sul Journal of Clinical Psychiatry.
Stiamo parlando, dunque, di un sonno preconizzatore, una sorta di Morfeo-Cassandra, in grado di restituirci informazioni utili e previsioni sul decorso cronico della depressione e dei disturbi d’ansia, indipendentemente della gravità dei sintomi ad essi connessi.
“I nostri risultati dimostrano ampiamente che esiste un legame tra il sonno e la manifestazione di questi disagi“, hanno detto a voce alta gli autori dello studio.
Non dimentichiamo, inoltre, che la mancanza di riposo incide negativamente anche sul peso. Chi dorme poco, sarà affaticato durante il giorno e cercherà di compensare il suo malessere consumando cibi grassi ed ipercalorici.
Occhio al sonno, quindi!
LO STUDIO
Dallo studio è emerso chiaramente che i pazienti che mostravano segnali di depressione persistente o ansia tendevano maggiormente a soffrire di insonnia rispetto a quelli che dormivano tranquillamente.
Il case-study è stato condotto su 1069 soggetti di età media 42,7 anni con diagnosi di depressione o ansia. Il 59 % di essi soffriva di insonnia. Dopo 2 anni di follow- up, i sintomi da depressione persistente e / o disturbo d’ansia, si sono attestati nel 61,1 % dei pazienti (due punti percentuali in più rispetto ai dati risalenti all’inizio dello studio).
Coloro che hanno asserito di dormire 6 ore o meno per notte avevano 1,64 probabilità in piùdi soffrire di depressione e / o ansia persistente.
I ricercatori hanno esaminato separatamente il rapporto della durata del sonno/ depressione e durata sonno/ansia riscontrando che, le persone che dormivano poco avevano 1.62 % di probabilità in più di soffrire di ansia, mentre il 4.34% di possibilità in più di soffrire di depressione.
“Lo studio aggiunge informazioni significative sugli effetti dei disturbi del sonno sulla psicopatologia “, dice il ricercatore Josine van Mill, ” interrogando quindi i soggetti sulle ore di riposo notturno, saremmo in grado di identificare i pazienti a rischio di un decorso cronico della depressione o ansia“.
Alla luce di questi risultati, quindi, diventa importante dispensare qualche suggerimento teso a regalarci ore di sonno intense e ristoratrici.
Esiste una caterva di soluzioni in grado di restituirci un sano e corretto riposo al di là dell’armadietto-dispensatore di medicinali.
Partiamo, dunque, da una serie di tecniche facilmente applicabili che consistono nell’ ascoltare la musica che più ci aggrada e rilassa, guardare un film romantico distesi sul divano, immergerci in una vasca di acqua calda intrisa di olii essenziali, alla presenza di meravigliose candele.
Se queste tecniche (e ve ne sono innumerevoli altre) non dovessero sortire l’effetto sperato, allora è il caso di ricorrere alle mitiche tisane rilassanti a base di camomilla (quest’ultima porta giovamento anche agli occhi se applicata attraverso batuffoli di cotone precedentemente imbevuti nella bevanda), valeriana, passiflora e melissa.
Autore | Marirosa Barbieri
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