Oggi è una giornata importante per la lotta contro il cancro.
Come ogni anno, il 4 febbraio si celebra la “Giornata mondiale contro il cancro“, un appuntamento organizzato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di concerto con l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) e l’Unione Internazionale per il Controllo del Cancro (UICC).
Il tema proposto quest’anno s’intitola “Sfatare i miti”.
Oggi la IARC ospiterà la 2 ° IARC Cancer Society e Lecture, presenziata dal professor Michael Marmot che terrà la lectio “Società giusta, una vita sana”.
Quali saranno i temi su cui si concentrerà il dibattito?
Sono quelli contenuti nel report 2014 della Iarc e frutto della collaborazione di oltre 250 importanti scienziati provenienti da oltre 40 Paesi: l’aumento esponenziale del numero di malati di cancro negli anni futuri, i 4 miti da sfatare sul tumore, la diffusione e prevenzione della malattia nei Paesi In Via di Sviluppo (PVS).
Cerchiamo di indagare i tre aspetti.
“25 MILIONI DI CASI ATTESI TRA 20 ANNI”
25 milioni di casi di cancro attesi nel mondo fra 20 anni; 8,2 milioni di morti verificatesi nel 2012 (di cui, la metà riguardante una fascia compresa tra i 30 ed i 69 anni).
“Nonostante i progressi entusiasmanti, la presente relazione dimostra che non possiamo definirci al riparo dal problema del cancro”, afferma il dottor Christopher Wild, direttore della IARC e co-editore del report, “ci vuole più impegno per la prevenzione e la diagnosi precoce al fine di integrare i trattamenti migliori ed affrontare l’allarmante aumento del cancro a livello globale”.
Nel 2012, a livello mondiale, siamo arrivati a circa 14 milioni di nuovi casi all’anno, una cifra che dovrebbe lievitare a 22 milioni di euro all’anno entro i prossimi due decenni. Nello stesso periodo, si prevede che le morti per cancro passeranno da 8,2 milioni all’anno a 13 milioni all’anno. A livello globale, nel 2012, i tumori più comuni diagnosticati sono stati quelli del polmone (1,8 milioni di casi, ovvero il 13 % dei casi totali), della mammella (1,7 milioni, 11,9 % dei casi generali ) e dell’intestino (1,4 milioni ovvero il 9,7%). Le più comuni cause di morte per cancro erano date dai tumori del polmone (1,6 milioni, 19,4 % del totale), del fegato (0,8 milioni, 9,1 % degli episodi totali) e dello stomaco (0,7 milioni, 8,8% ).
I 4 MITI DA SFATARE
Attorno al cancro si avvitano miti da sfatare, onde evitare che l’ignoranza sulla malattia pregiudichi cure e trattamenti efficaci.
Il primo assunto da correggere è questo: “non c’è bisogno di parlare del cancro“.
In realtà, proprio grazie all’attenzione continua e costante prestata al problema è possibile intercettare in tempo la malattia e porre rimedio, oltre che conoscerne le conseguenze.
“Il cancro è asintomatico”. Si tratta di un’altra idea poco corretta. Il tumore si accompagna ad una serie di sintomi che non vanno sottovalutati. In questo senso le campagne di screening, i controlli periodici assumono una grande importanza.
“Non posso far nulla contro il tumore”. Anche questa asserzione non è corretta: in verità esistono diversi modi per prevenire il cancro; il primo, fra tutti, consiste in uno stile alimentare sano e corretto basato cioè sul consumo di frutta, verdura, pesce e cereali; sulla costante e regolare attività fisica; sulla riduzione del consumo di alcolici e del fumo.
“Non ho diritto alle cure”. L’Uicc si sta battendo perchè tutti gli individui possano avere lo stesso accesso alle cure sanitarie contro il cancro. La fruibilità dei trattamenti, si legge nel report, ridurrebbe significativamente la mortalità anche in ambienti dove i servizi sanitari sono meno sviluppati.Tuttavia, i costi stanno danneggiando le economie anche dei paesi più ricchi e sono ben oltre la portata dei Paesi in Via di Sviluppo. Nel 2010, il peso economico totale annuo del cancro è stato stimato intorno ai 1.16 trilioni di dollari. Tuttavia, circa la metà di tutti i tumori potrebbero essere evitati grazie alla conoscenza ed alla prevenzione.
“Questi dati dovrebbero spingerci ad affrontare il disastro umano che tocca ogni comunità in tutto il mondo, senza eccezioni“, ha ribadito il dottor Wild.
IL CANCRO NON E’ SOLO FIGLIO DEL BENESSERE
Il cancro non è un male che affligge solo i Paesi ricchi e sviluppati. Anche nei PVS sono diffuse forme di tumore, come quelle prodotte dal papilloma virus che provoca più dell’85 % dei casi di tumore al collo dell’utero.
Eppure, contro questa forma di malattia diagnosticabile attraverso il pap-test, esiste persino un vaccino disponibile nel nostro Paese per le ragazze di dodici anni.
Come conseguenza della crescita e dell’invecchiamento della popolazione, i Paesi in Via di Sviluppo sono colpiti in modo sproporzionato dal crescente numero di tumori, si legge nel Report, “più del 60% dei casi totali di tutto il mondo si verifica in Africa, Asia, centro e sud America, e queste regioni rappresentano circa il 70 % delle morti per cancro nel mondo. La situazione è aggravata dalla mancanza di diagnosi precoce e dal tardivo accesso ai trattamenti“.
Quali sono gli aspetti più preoccupanti nei Pvs per la lotta contro il cancro?
L’assenza di piani di trattamento nazionale, la penuria di risorse economiche, la mancanza di sensibilizzazione, la diffusione di infezioni, la carenza di norme tese alla prevenzione.
Molti PVS continuano ad essere colpiti da cancri correlati alle infezioni (comprese quelle della cervice uterina, fegato e stomaco) e dalla crescente incidenza di tumori (come quelli del polmone, seno ed intestino) associati a stili di vita tipici della società industrializzata.
Il ricorso alla vaccinazione contro il virus dell’epatite B ed il papillomavirus umano può notevolmente ridurre i tumori del fegato e della cervice.
Prevenire la diffusione del consumo di tabacco nei Paesi a reddito medio è di cruciale importanza per il controllo del cancro. Allo stesso modo, nei Paesi a rapida industrializzazione, misure per promuovere l’attività fisica ed evitare l’obesità dovrebbero costituire una priorità contro i tumori al colon ed alla mammella.
La diagnosi precoce e lo screening hanno dimostrato la loro efficacia nei Paesi In Via di Sviluppo. Un esempio è dato dallo screening del cancro del collo dell’utero mediante controllo visivo con acido acetico e crioterapia o attraverso il trattamento di coagulazione a freddo delle lesioni precancerose. Questo tipo di approccio è stato attuato con successo in India ed in Costa Rica.
“I governi devono dimostrare impegno politico per rafforzare progressivamente l’attuazione di programmi di screening e diagnosi precoce che sono un investimento piuttosto che un costo”, afferma il dottor Bernard W. Stewart, co -editore di World Cancer Report 2014.
Anche una legislazione adeguata per ridurre i comportamenti di esposizione e di rischio al cancro, sarebbe auspicabile.
Per esempio, il primo trattato internazionale promosso dall’OMS (la convenzione quadro sul controllo del tabacco) è stato fondamentale nella riduzione del consumo di tabacco. Le misure previste dal trattato prevedevano l’imposizione di tasse, restrizioni alla pubblicità ed altre misure per controllare e scoraggiare l’uso del tabacco.
Approcci simili e di natura cogente possono essere applicati anche ad altri settori, come quello degli alcolici.
“Una legislazione adeguata può incoraggiare comportamenti più sani, oltre ad avere un ruolo riconosciuto nella protezione delle persone dai rischi e dagli inquinanti ambientali”, ha sottolineato il dottor Stewart.
Autore | Marirosa Barbieri
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