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Diabete e Malattie Cardiache: I Primogeniti Più Colpiti?

Primogeniti a rischio maggiore di diabete e malattie cardiache?

Un un team di ricercatori dell’Università di Auckland ha condotto uno studio su 50 uomini in sovrappeso, tra i 40 ed i 50 anni rilevando che i primogeniti presentano un indice di massa corporea, un minore livello di sensibilità all’insulina (del 33%), rispetto agli altri fratelli.

Il The Daily Mail che ha riportato la scoperta, titola così: “non riuscite a perdere peso? La colpa è dei vostri fratelli“.

Il giornale, infatti, sottolinea un aspetto della ricerca e cioè il fatto che i primogeniti tendono ad essere più pesanti (heavier) rispetto ai secondogeniti.

Essi, inoltre, hanno più difficoltà ad elaborare gli zuccheri e trasformarli in energia e possono sviluppare più alti rischi di una serie di malattie, dal diabete agli attacchi di cuore, al cancro“.

Anche se nessuna delle due categorie (primogeniti e secondogeniti) aveva il diabete, i figli maggiori presentavano maggiori difficoltà nell’elaborare gli zuccheri negli alimenti e trasformarli in energia.

Precedenti ricerche, seguita il giornale, hanno dimostrato che i primogeniti tendono ad essere più magri alla nascita, salvo poi crescere più rapidamente durante l’infanzia e presentare alti livelli di colesterolo e grassi nel sangue in tarda adolescenza.

Non è chiaro il motivo preciso per cui ciò si verifichi ma è possibile che la spiegazione sia legata al periodo di vita nel grembo materno.

I figli primogeniti potrebbero essere più inclini all’ aumento di peso dal momento che durante la prima gravidanza di una donna le arterie che alimentano la placenta (ed offrono al piccolo la linfa vitale) sono ancora in fase di maturazione e questo potrebbe influenzare la crescita del bambino che, per compensare le carenze nutrizionali nel seno materno, è portato e “programmato” a guadagnare più peso nell’età adulta.

Ciò non accadrebbe nelle gravidanze successive quando le arterie principali permagono nel loro stato maturo.

L’autore dello studio, Wayne Cutfield, dell’Università di Auckland ha asserito che “i primogeniti sono a maggior rischio di problemi di salute tra i 40 ed i 50 anni e ciò è positivo perchè quella è una buona fase per trattare le persone a rischio di problemi di salute più tardi nella vita“.

Inoltre, l’aumento del tasso di natalità ha incrementato il numero di figli unici o primogeniti e questo potrebbe avere conseguenze per la salute della popolazione nel suo complesso.

Il professore ha detto che qualsiasi effetto negativo sulla salute, associato con l’essere primogenito, interesserebbe una quota crescente della popolazione mondiale.

Ci sono degli aspetti ancora da indagare e verificare dal momento che l’esperto ha specificato di aver studiato ed analizzato un piccolo numero di uomini che vivevano nella stessa zona ed erano già in sovrappeso e questo potrebbe aver condizionato i suoi risultati applicabili alla popolazione generale, comprese le donne.
Infine, il professore ha paragonato gli uomini provenienti da diverse famiglie piuttosto che coppie di fratelli.

Autore | Marirosa Barbieri

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.