© Tutti i diritti riservati e della Proprietà di salute-e-benessere.org

Prima pagina ♥ » Salute » Obesità e Depressione Potrebbero Avere Una Causa Comune

Obesità e Depressione Potrebbero Avere Una Causa Comune

Un’ infiammazione può causare una malattia fino addirittura a danneggiare organi del corpo, ma la sua interferenza nel cervello provoca due disturbi comuni.
Analizzando lo stomaco di uomini in sovrappeso, un esperto ricercatore sostiene che i due più grandi responsabili degli alti livelli di infiammazione degli stomaci sono gli acidi grassi omega-6 e i picchi di insulina causati da un eccessivo consumo di carboidrati amidacei.
La maggior parte delle persone non si rende conto di avere un’ infiammazione fino a quando non c’è un’evidenza come una ferita, oppure quando il gonfiore, l’ arrossamento e il dolore attaccano l’area interessata. Anche allora comunque ci si concentra soprattutto sul dolore e non sul processo di guarigione interna. Ad ogni modo, meccanismi di difesa del corpo umano agiscono automaticamente e segnalano la maggior parte dei problemi, per cui non c’è bisogno di pensare troppo alle eventuali infiammazioni.
Tuttavia ci sono casi in cui l’infiammazione potrebbe verificarsi anche senza “allarmi” del corpo, il che potrebbe causare alcuni problemi. In alcuni individui l’ infiammazione è presente a livelli molto bassi, e molti esperti ritengono che, per questo tipo di basso grado, l’infiammazione cronica è responsabile di una serie di malattie croniche.
“Quando l’infiammazione si estende al pancreas, si ottiene il diabete, mentre invece quando si diffonde al sistema immunitario si ottiene il cancro “, spiega il Dott. Barry Sears, epidemiologo e autore del libro best seller dal titolo The Zone, volume che spiega i metodi nutrizionali per prevenire le infiammazioni. “Proprio come fanno i tumori”, continua, “questo tipo di infiammazioni cresce e si diffonde danneggiando gli organi e causando ogni genere di problemi”.

-Segnali di indebolimento

“Quando l’infiammazione si diffonde non danneggia solo gli organi, ma interferisce anche con i segnali del cervello al resto del corpo. In molte condizioni si verificano problemi nell’ipotalamo”, spiega il Dott. Sears.
“L’ipotalamo è il centro di comando del cervello, il quale riceve da lui tutti i segnali, anche ormonali, che indicano quando si è stanchi o quando si ha bisogno di mangiare, e cosa fare con le calorie,” continua.
Quando si soffre di un’ infiammazione, delle proteine chiamate citochine pro-infiammatorie possono distorcere i segnali ormonali. Come risultato, l’infiammazione potrebbe portare a conseguenze come condizioni di depressione e disturbi come l’obesità, due problemi che sono stati correlati attraverso lae ricerche molto prima di “sospettare” delle infiammazioni.
“Negli stati depressivi quelle citochine” comunicano con il cervello per indurre diversi sintomi come l’umore triste, senso di stanchezza, il ciclo del sonno alterato e lo stato socio-comportamentale di ritiro”, dice il Dott. George M. Slavich, un assistente professore di psichiatria e scienze bio comportamentali presso l’Università di Los Angeles, California.
L’infiammazione si comporta in modo simile anche per quanto riguarda l’obesità, anche se il percorso è più complesso, e comporta una terza condizione.

P U B B L I C I T A'

-Sindrome metabolica

L’infiammazione è stata recentemente collegata con la sindrome metabolica, che è in realtà un gruppo di sintomi che aumentano il rischio di patologie croniche come malattie cardiache, ictus e diabete. Questi sintomi comprendono l’ipertensione, bassi livelli di colesterolo HDL (quello “buono”), livello di glucosio superiore al normale nel sangue, alti livelli di trigliceridi e infine un giro-vita di grandi dimensioni.
“Statisticamente si è evidenziato che la maggior parte delle persone affette da sindrome metabolica sono obese e inattive, per cui questi sintomi si sono associati tra di loro. Tuttavia, ci sono anche molte persone obese che non presentano quei sintomi. Esse rientrano in una categoria chiamata obesi metabolicamente sani obesi”, dice il Dott.Sears.

“Significa che, anche se non superano la classica “prova costume”, analizzando il loro sangue vengono trovati in buona forma”, continua il Dott. Sears. “Questo probabilmente perché non hanno l’infiammazione cronica” aggiunge, “quindi non possiamo dire che l’obesità provoca automaticamente anche l’infiammazione, ma possiamo dire che l’infiammazione contribuisce all’obesità.”

-La depressione è più “semplice”?

Il Dott. Slavich dice che l’ infiammazione può causare stati di depressione in un modo simile.
“I collegamenti tra l’infiammazione e la depressione sono complessi, e solo ora i ricercatori stanno cominciando a capire come si influenzano l’uno con l’altro”, continua il Dott. Slavich. “Anche se è possibile che la depressione possa portare a cambiamenti corporei che causano l’infiammazione, studi sperimentali hanno dimostrato che l’ aumento dell’infiammazione può promuovere la depressione.”
Uno studio effettuato quest’anno ha fatto notizia proprio per questo motivo. Nel mese di gennaio, il Centro ricerche delle dipendenze e della salute mentale del Canada ha pubblicato uno studio che ha dimostrato come le persone prese in esame, sofferenti di stati depressivi, avessero livelli del 30 per cento più alti di infiammazione nel cervello rispetto alle altre. Si tratta di uno dei primi studi che dimostra concretamente che l’infiammazione è presente negli stati di depressione, anche se le altre condizioni sono assenti.
Eppure, la depressione è uno stato complesso ed è improbabile che possa essere causata solo da un’ infiammazione, proprio come l’obesità.
“Quando ho iniziato la mia carriera, ho generalmente considerato la depressione come un disturbo psichiatrico o un problema di salute mentale”, dice il Dott. Slavich. “La maggior parte delle persone la pensano ancora in questo modo. Quello che invece sono riuscito a capire con il tempo è che la depressione è anche una malattia con radici biologiche profonde. È un problema tanto fisico come mentale, per cui dovremmo cominciare tutti a considerare questi fattori”.
Si può per esempio verificare la presenza di depressione durante una malattia del fisico. Quando si ha l’influenza, il sistema immunitario del corpo entra in azione per combattere i sintomi, tra cui l’aumento dell’infiammazione; tuttavia si può notare come, oltre alla nausea e alla febbre, si hanno anche i sintomi della depressione: affaticamento, dolori, nebbia mentale e una mancanza di volontà di uscire da casa. In una malattia contagiosa, i sintomi ci aiutano a riposare ed evitare la diffusione della malattia, ma negli stati di depressione non sono altro che problemi.

-Ridurre l’infiammazione

Ci sono vari modi per indicare i livelli delle infiammazioni, ma possono essere costosi e non sono sempre precisi. Tra l’altro il servizio sanitario nazionale non li “passa”, quando non si soffre di una malattia autoimmune. Tuttavia, anche senza sapere precisamente i vari e reali livelli di infiammazione, si possono prendere precauzioni e contromisure per controllarli. Controllare l’infiammazione è un vero e proprio atto di bilanciamento. “Di gran lunga”, sostiene il Dott. Sears, “il farmaco migliore che abbiamo per questo tipo di problemi è seguire una corretta dieta”.
È ormai risaputo che, anche a causa dei frenetici ritmi della vita di tutti i giorni, la nostra alimentazione è spesso frettolosa e sbagliata, finendo per causare elevati livelli di infiammazione. I due più grandi colpevoli, come sostiene anche il Dott. Sears, sono gli acidi grassi omega-6 e i picchi di insulina causati dal consumo di carboidrati amidacei.
“La combinazione di acidi dell’insulina e degli acidi grassi”, conclude il Dott. Sears, “ è una micidiale miscela per favorire le infiammazioni”.
Per contenere le infiammazioni, i cibi migliori sono quelli con acidi grassi omega-3 e alti livelli di polifenoli, i composti che sono presenti in frutta e verdura e che danno loro colore. Questi grassi “buoni”, frutta e verdure colorate, insieme con proteine magre, costituiscono l’ossatura ideale per un piano alimentare anti-infiammatorio. Insieme con la dieta, un sano stile di vita associato a tecniche di riduzione dello stress contribuiscono a ridurre i livelli di infiammazione, soprattutto nel cervello.
“E’ importante mantenere una dieta sana, rimanere attivi, mantenere il ciclo del sonno regolare e limitare lo stress psicologico”, dice il Dott. Slavich.
In altre parole, se tratterete bene la vostra mente e il vostro corpo, ne avrete solo dei benefici.

Autore | Daniela Bortolotti

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.