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Bere Potrebbe Alleviare I Dolori Della Fibromialgia: Medici Diffidenti

Un consumo di alcool da moderato ad elevato potrebbe diminuire il rischio di disabilità nelle persone che soffrono di dolore cronico diffuso, come quello causato dalla fibromialgia, secondo quanto afferma una nuova ricerca scozzese.

Ma i medici statunitensi affermano che l’alcool non è il giusto approccio per combattere il dolore invalidante.

“È un modo bizzarro di suggerire come dovrebbe essere trattato il dolore cronico” ha detto il dott. Lynn Webster, presidente della American Academy of Pain Medicine, che non era coinvolto nello studio.

“Non riesco ad immaginare nessun medico che consigli l’alcool come terapia” ha aggiunto “Più si beve, più se ne ha bisogno per ottenere gli stessi risultati.”
Circa il 2% degli Americani soffre di fibromialgia, una malattia misteriosa caratterizzata da un dolore cronico diffuso, secondo lo U.S. Centers for Disease Control and Prevention.

Le donne con questo disturbo superano gli uomini in una proporzione di 7 a 1, la malattia causa anche rigidità, disturbi del sonno e della memoria.

P U B B L I C I T A'

Webster ha notato che il dolore cronico diffuso può essere innescato anche da altre condizioni, come l’artrite e la sindrome dolorosa regionale.

Lo studio, pubblicato recentemente sulla rivista Arthritis Care & Research, è stata condotta dal Professore Gary Macfarlane and Marcus Beasley della University of Aberdeen’s Institute of Applied Health Sciences School of Medicine and Dentistry in Scozia.

Gli studiosi hanno esaminato più di 2.200 pazienti nel Regno Unito – di cui il 57% donne – che soffrivano di dolore cronico diffuso. Hanno trovato che l’invalidità dovuta al dolore era collegata al consumo di alcool, in particolare i forti bevitori sperimentavano un dolore minore.

I ricercatori hanno scoperto che chi beveva dalle 21 alle 35 dosi di alcool a settimana avevano il 67% di probabilità in meno di sperimentare l’invalidità, rispetto a coloro che non bevevano alcool.

Tali valori si traducono all’incirca in 15-20 birre o 10-15 bicchieri di vino a settimana, per gli standard americani, il che significa un consumo di alcool da moderato ad elevato, hanno detto i medici statunitensi.

L’alcool può alleviare il dolore stimolando il sistema limbico del cervello, che regola le sensazioni di piacere e dolore.
Ma “il consumo cronico di alcool può peggiorare il dolore, e l’astinenza da alcool spesso aumenta la sensibilità al dolore” ha spiegato il dott. Alan Manevitz, uno psichiatra del Lenox Hill Hospital a New York City.

Manevitz, che è specializzato in disturbi del dolore come la fibromialgia, ha notato che gli studi non evidenziano nessuna relazione causa-effetto tra l’aumento nel consumo di alcool e la diminuzione dell’invalidità causata dal dolore, ma solo un’ associazione tra le due cose.

Ha affermato che è “inspiegabile” il fatto che lo studio abbia dimostrato che i bevitori pesanti – che consumavano più di 35 unità di alcool alla settimana – sperimentavano livelli di dolore invalidante come coloro che non bevevano.

Webster ha dichiarato che la quantità di alcool necessaria per ridurre il dolore varia da persona a persona.

“In un individuo che non beve, anche mezzo bicchiere di vino stimolerà il sistema limbico, producendo vertigini. Quell’effetto vincerà quindi sul dolore provocato dalla fibromialgia.
Stanno rimpiazzando quell’input sensoriale del dolore.”

Manevitz si è detto d’accordo con gli autori dello studio nell’affermare che esso non deve essere interpretato con il significato che l’alcool abbia degli effetti terapeutici sul dolore. “È uno scarso metodo di automedicazione, che a lungo andare provoca ulteriori deterioramenti nei pazienti affetti da dolori” ha affermato.

I ricercatori scozzesi non sono stati reperibili per un commento al riguardo, ma nello studio essi hanno notato che un gran numero di partecipanti beveva molto più del limite raccomandato.

Webster ha suggerito che i pazienti affetti da fibromialgia o dolore cronico diffuso “creino stimoli alternativi” , che producano sensazioni di benessere, come l’attività fisica, la meditazione o anche semplicemente guardare un film.

“Qualsiasi cosa faccia sentire bene e stimoli il sistema limbico in modo sicuro, può essere una valida esperienza alternativa”, ha concluso.

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.