Sono 120 gli oncologi americani che hanno unito le forze per protestare contro i costi esorbitanti dei farmaci antitumorali salvavita.
Gli specialisti chiedono alle aziende farmaceutiche un consistente ribasso dei prezzi delle medicine che arrivano a costare fino a 138 mila dollari all’anno.
Si tratta, quindi, di un vero e proprio business per le case farmaceutiche, sulle spalle dei cittadini malati.
“Far pagare ai malati di cancro cifre simili è un vero e proprio sciacallaggio”, sostengono gli specialisti in rivolta.
NEL CUORE DELLA PROTESTA
Di 12 nuovi farmaci antitumorali che hanno ricevuto l’approvazione della FDA (Food and Drug Administration) lo scorso anno, 11 costano più di 100.000 dollari all’anno, una cifra che i medici ritengono “insostenibile” ed “immorale”.
“Difendere i prezzi dei farmaci è una necessità per salvare la vita dei pazienti”, dicono coralmente gli specialisti in un documento pubblicato su Blood, la rivista americana di ematologia.
I malati di cancro spesso si trovano a dover sborsare dai 20.000 ai 30.000 dollari all’anno, semplicemente per rimanere in vita e questo, spesso, li costringe a non prendere i farmaci salvavita.
Una delle terapie più costose è costituita dal Gleevac, un farmaco contro il cancro che ha prodotto 4,7 miliardi di dollari di vendite lo scorso anno, a vantaggio del suo produttore, la Novartis. Un altro farmaco contro la leucemia, la Tasigna, ha registrato, invece, un fatturato di 1 miliardo di dollari, secondo il New York Times.
Alcuni degli specialisti che hanno aderito alla protesta sono stati ispirati dai medici del Memorial Sloan Kettering Cancer Center (MSKCC) che ha rifiutato di utilizzare un nuovo farmaco anticancro, il Zaltrap perché costava il doppio ( 11.063 dollari in media per un mese di trattamento) rispetto ad un altro farmaco, l’Avastin, senza che producesse risultati migliori.
L’idea che “non si può mettere un prezzo sulla vita umana”, ha portato ad un aumento dei costi della sanità pubblica negli Stati Uniti, stimati intorno ai 2.700 miliardi dollari nel 2011. Questo ha spinto gli assicuratori ed il governo a negoziare con le aziende farmaceutiche un ribasso dei costi dei farmaci salvavita.
Molti studi tuttora indicano che i farmaci oncologici rientrano tra le terapie più costose al mondo anche se alcuni di essi hanno come effetto il prolungamento della vita del malato di solo qualche mese e non offrono grandi benefici, né migliori aspettative di vita rispetto ai vecchi farmaci in commercio, di gran lunga meno costosi.
Autore | Marirosa Barbieri
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La medicina non deve diventare un’attività lucrosa e pseudo criminosa, perché far pagare i farmaci salvavita a costi molto elevati, EQUIVALE AD UNA VERA E PROPRIA MOSTRUOSA ESTORSIONE VERSO PERSONE MOLTO SOFFERENTI !