L’impatto emotivo di un ictus è troppo spesso sottovalutato, quando invece avrebbe bisogno di una vera e propria riabilitazione fisica, dicono gli esperti.
Un sondaggio condotto su più di 2.700 sopravvissuti e sui loro famigliari, nel Regno Unito, ha rivelato che in molti avevano sperimentato sofferenza emotiva dopo l’evento. Più della metà dei sopravvissuti intervistati ha dichiarato di essersi sentito depresso e due terzi del campione hanno segnalato la presenza di stati di ansia.
Fra i soggetti intervistati, il 42% sostiene di essersi sentito abbandonato dopo che i bisogni primari medico/fisici erano stati soddisfatti e, delle operatrici sanitarie che hanno preso parte al sondaggio, 8 su 10 avevano sperimentato la medesima ansia e frustrazione.
Gli ictus colpiscono circa 152.000 persone nel Regno Unito ogni anno e il danno cerebrale causato dalla condizione, lo rende la principale causa di disabilità in età adulta. Attualmente vi è più di un milione di pazienti affetti da ictus nel Regno Unito, ma è una cifra destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento generale della popolazione.
L’amministratore delegato della Stroke Association inglese, Jon Barrick, ha dichiarato: “I sopravvissuti e le famiglie restano sotto shock, scossi e ansiosi, perché le loro vite sono spesso irreversibilmente cambiate in un solo istante e il riconoscimento da parte degli operatori sanitari e sociali professionisti medici, dovrebbe aiutare le persone ad essere adeguatamente valutate al fine di ottenere il giusto supporto”.
Autore | Daniela Bortolotti
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