La Baxter International Inc., azienda leader nel settore di ricerca che ha sperimentato una cura contro l’Alzheimer ha tirato i remi in barca: il farmaco sperimentale che avrebbe dovuto rallentare la progressione del morbo, ha fallito.
Lo studio, che si è rivelato un flop, è stato condotto su un campione di 390 pazienti affetti da una forma lieve o moderata di Alzheimer.
L’azienda ha dichiarato che le persone che hanno ricevuto la terapia per 18 mesi, non hanno ricavato grandi benefici. Dopo la notizia del fallimento del farmaco, le azioni dell’azienda Baxter sono scese notevolmente.
Il farmaco sperimentale si chiama Gammagard ed è ricco di anticorpi naturali. I ricercatori pensavano che la presenza di anticorpi nel sangue, potesse contribuire a rimuovere l’amiloide, una placca che ostruisce parti del cervello dei pazienti, minando la loro memoria e le capacità cognitive e causando, quindi, tutte le spiacevoli conseguenze del morbo.
In un primo momento sembrava che i pazienti malati e sottoposti alla sperimentazione, stessero ricavando grandi benefici dal farmaco, anche se era troppo presto per dirlo con certezza.
Il Gammagard è già venduto per il trattamento di alcune malattie del sangue. Circa 35 milioni di persone nel mondo soffrono di demenza, basti pensare che negli Stati Uniti, circa 5 milioni di cittadini hanno il morbo. I farmaci attualmente in commercio, come l’Aricept e la Namenda riescono ad alleviare i sintomi del morbo, solo temporaneamente.
Proprio per queste ragioni, si è diffuso un grande entusiasmo quando i ricercatori hanno riferito, la scorsa estate, che la medicina aveva avuto un grande successo in quattro pazienti che ne avevano ricevuto una dose elevata.
La speranza, però, si è infranta subito alla luce di un’analisi più approfondita. “I nuovi risultati sono stati a dir poco deludenti”, ha detto la mente dello studio, il dottor Norman Relkin in forza presso il New York-Presbyterian Hospital / Weill Cornell Medical Center.
In realtà, in base allo studio, circa il 5% dei pazienti trattati con il farmaco ha registrato una diminuzioni di emoglobina che trasporta l’ossigeno nel sangue. Ci sono state 17 reazioni gravi, in totale. I risultati completi della ricerca saranno presentati a luglio alla conferenza di Alzheimer di Boston.
Nel frattempo, sono in corso altri studi tesi a testare farmaci utili per combattere la malattia. Un farmaco sperimentale dell’ azienda Eli Lilly & solanezumab Co. ‘s, ad esempio, sembra aver mostrato qualche dato positivo, tuttavia gli esperti si mantengono cauti.
Autore | Marirosa Barbieri
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