Secondo un rapporto pubblicato sulla rivista on-line FASEB, le persone con i capelli grigi sviluppano un enorme stress ossidativo attraverso l’accumulo di perossido di idrogeno nel follicolo pilifero, e questo induce i capelli a sbiancare fin dalla radice. I ricercatori affermano che questo enorme accumulo di perossido di idrogeno può essere curato con l’aiuto di un trattamento descritto come, “composto attivo topico IVB” chiamato PC-KUS, che è uno pseudo-catalasi modificato. Oltre ai capelli grigi, il trattamento mostra buoni risultati anche per le patologie della pelle.
Gerald Weissmann, redattore capo della rivista ufficiale della Federazione “Società Americane per la Biologia Sperimentale” (FASEB), ha riferito in un comunicato stampa di un team di ricercatori di dermatologia della Germania e del Regno Unito che ha esaminato più di 2.000 persone con la vitiligine.
“Fino ad oggi, è al di là di ogni dubbio che la perdita improvvisa della pigmentazione della pelle o del colore di capelli influenzasse negativamente le persone in molti modi” ha affermato la Dottoressa Karin U. Schallreuter, autrice dello studio presso l’Istituto per le Malattie pigmentarie in associazione con l’Università di Greifswald, in Germania. “Il miglioramento della qualità della vita dopo la ripigmentazione con successo totale, ma anche parziale, è documentabile” ha aggiunto.
Per testare il nuovo trattamento, i ricercatori hanno esaminato un gruppo di 2.411 pazienti affetti da vitiligine. Tra i partecipanti, circa il 2,4% avevano una diagnosi di vitiligine segmentale (SSV) e quasi il 3,2% invece era affetto da vitiligine mista, che comprende SSV e NSV (vitiligine non-segmentale). Gli scienziati hanno notato che i pazienti con la vitiligine segmentale che coinvolgeva la pelle e le ciglia, avevano lo stesso livello di stress ossidativo di quelli con la vitiligine non-segmentale ed era questo a “sollecitare” i follicoli piliferi a diventare grigi. Il nuovo trattamento porterebbe pertanto alla ripigmentazione di capelli e ciglia.
Il Dottor Weissmann dichiara che questa è la prima volta in cui è stato sviluppato un trattamento che va alla radice del problema. “Anche questa è una notizia importante ma, cosa ancora più interessante, è che questo metodo funziona anche per la vitiligine. Questa patologia, fondamentalmente di natura “estetica”, può avere gravi effetti socio-emotivi sulla gente. Sviluppare un trattamento efficace per questa condizione ha il potenziale per migliorare radicalmente la vita di molte persone”.
Proprio a questo proposito i ricercatori stanno studiando una soluzione che ripristini la pigmentazione a persone con la vitiligine e, sempre meno teoricamente ma sempre più probabilmente, ci sono forti segnali che essa possa funzionare anche sui capelli senza alcun tipo di controindicazione. La crema anti-ingrigimento potrebbe aiutare le persone a produrre di nuovo i propri colori originari: finora ha funzionato in poche persone che hanno perso il pigmento nei capelli e la pelle non per l’avanzare dell’età, ma solo perché affetti dalla vitiligine ma, poiché la causa della vitiligine è la stessa dell’ingrigimento in età avanzata, la crema prototipo potrebbe essere un passo verso una vera e propria soluzione contro i capelli bianchi (come faranno i produttori di tinte per capelli quando tutto questo sarà una realtà?).
La soluzione ha funzionato in soli cinque individui, finora, in uno studio preliminare, quindi è probabile che ci sia una lunga strada per farla diventare un prodotto commerciale: certo è che, se diventasse di pubblico commercio, potrebbe essere una grande cosa per chi ha la vitiligine ed è costretto a vivere con la patologia per tutta la vita. Per i soggetti con i capelli ingrigiti dall’avanzare dell’età, invece, sarebbe il primo prodotto anti-ingrigimento che affronta il problema alla radice invece di nascondere semplicemente i capelli bianchi sotto uno strato di tinta colorante.
Questa patologia, che induce le persone a perdere la pigmentazione a chiazze sulla propria pelle e sui propri capelli non è dolorosa, pericolosa, o contagiosa, ma lo è a livello emotivo perché può cambiare l’aspetto delle persone e gli scienziati dell’American Academy of Dermatology lo sanno. Inoltre, poiché 2 milioni di persone negli Stati Uniti ne soffrono (dati forniti dall’Istituto Nazionale di artrite e patologie muscolo-scheletriche e della pelle), i ricercatori hanno a lungo studiato per trovare alcuni dei cambiamenti nelle proteine di chi soffre di vitiligine rispetto alle persone sane. È proprio così che hanno scoperto che un paio di diverse sostanze chimiche si accumulano nella pelle dei soggetti che ne sono colpiti: perossinitrito e perossido di idrogeno, per cui la cura potrebbe davvero rimuovere il perossido di idrogeno dalla pelle e dei capelli sia per chi ha una patologia, ma anche per chi perde pigmentazione per via dell’età.
Nel 2009, alcuni degli stessi ricercatori avevano già pubblicato uno studio che suggeriva di basarsi sulle elevate quantità di perossido di idrogeno nei follicoli piliferi e fusto del capello di chi ne soffriva: forse è ormai diventata solo questione di pochissimo tempo per arrivare ad una conclusione positiva della ricerca.
Autore | Daniela Bortolotti
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