Un farmaco sperimentale sviluppato dalla Regeneron Pharmaceuticals e dalla Sanofi ha mostrato risultati promettenti nel corso di un piccolo studio clinico nel trattamento di un sottogruppo di pazienti con asma da moderata a grave, alcuni medici però hanno dichiarato che è ancora troppo presto per dire quanto possa essere efficace in via definitiva.
La medicina, il dupilumab, è considerato uno dei farmaci più promettenti della Regeneron e potrebbe alla fine raggiungere 750 milioni di dollari in vendite annuali degli Stati Uniti, se guadagnasse l’approvazione per il trattamento di asma. La Regeneron e La Sanofi, che hanno una partnership per co-sviluppare alcuni programmi sperimentali della medicina, la stanno anche testando per il trattamento di un tipo di eczema, una condizione di prurito della pelle, e hanno dichiarato che il dupilumab potrebbe alla fine essere applicato ad altre patologie allergiche.
I risultati dello studio, pubblicato online martedì scorso sul New England Journal of Medicine, ha mostrato che il dupilumab avrebbe ridotto gli attacchi di asma dell’87% nei pazienti che assumono il farmaco, rispetto a quelli trattati con un placebo. Gli effetti collaterali del farmaco sembrano essere relativamente coerenti con quelli degli altri pazienti. “C’è davvero la possibilità che si sia toccato un punto fondamentale per la cura della reazione allergica con asma”, ha dichiarato il Dottor George D. Yancopoulos, responsabile scientifico della Regeneron, in un’intervista.
Tuttavia, il test è stato relativamente limitato, poiché prendeva a campione solo 52 pazienti in ciascuno dei due gruppi di trattamento dello studio. Un editoriale che accompagna i risultati dello studio, sostiene che si tratti di una fase sperimentale, in cui i pazienti sono stati gradualmente abituati ad utilizzare terapie alternative allo standard per l’asma, quindi non riflette un ambiente simile al “mondo reale”.
È anche chiaro come grande una fascia di pazienti asmatici beneficerà del farmaco, perché solo quelli con globuli bianchi più alti del normale sono stati ammessi allo studio, ha precisato nell’editoriale Michael E. Wechsler, direttore del programma di asma all’Istituto National Jewish, un ospedale di ricerca con sede a Denver, specializzato in patologie respiratorie. Solo il 21% dei pazienti presenti nello screening ha soddisfatto i criteri di inclusione.
L’asma colpisce più di 24 milioni di persone negli Stati Uniti e moltissime altre nel mondo, ma le terapie esistenti non sono in grado di controllare la patologia dal 10% fino al 20% dei pazienti, secondo gli autori dello studio.
22 maggio 2013, ore 19:06
Autore | Daniela Bortolotti
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