Cuore di mamma? No, cuore di papà.
Una recente ricerca ha scoperto che i padri sono perfettamente in grado di riconoscere, fra tanti, il pianto del loro bebè, a differenza dei luoghi comuni che li descrivono come disattenti e poco accorti rispetto alle mamme.
La scoperta contraddice alcuni studi precedenti e suggerisce che il cosiddetto istinto materno/paterno (quella particolare sensibilità che anima un genitore) dipende dalla quantità di tempo che la mamma ed il papà trascorrono con il bambino, non da differenze particolari.
L’idea, quindi, secondo cui le madri sono maggiormente in grado di riconoscere le esigenze elementari dei loro bambini è solo uno stereotipo che si tramanda da tempo.
Anche un padre inesperto che si impegni a svolgere il suo ruolo, a rispondere alle esigenze del bebè può eguagliare la sensibilità di una mamma.
LO STUDIO
Lo studio parte da un dubbio: i padri riescono a percepire, fino in fondo, le esigenze del proprio figlio?
I papà sono stati chiamati alla difficile prova di individuare le grida del proprio figlio, tra quelle di centinaia di bebè.
I ricercatori hanno analizzato il comportamento di 29 famiglie(15 francesi e 14 della Repubblica Democratica del Congo). Gli esperti hanno raccolto lunghe sequenze di pianto della durata di sei-otto secondi, provenienti da bimbi in un’età compresa tra i 58 ed i153 giorni.
Nel corso di sessioni individuali di ascolto, ai genitori sono state sottoposte 15 sequenze di pianto, tra cui, c’era quello del loro bambino. Ai padri, in particolare, è stato chiesto di decidere quale, tra le vocine indistinte, appartenesse al proprio figlio. E, con grande sorpresa di tutti, i genitori di entrambi i sessi che trascorrono molto tempo con i bambini, hanno dimostrato un tasso di riconoscimento pari al 90%.
I padri che invece spendono meno di quattro ore al giorno con il loro bambino hanno registrato un tasso di riconoscimento significativamente inferiore, di circa il 75%.
Secondo i ricercatori, questo aspetto la dice lunga sull’istinto genitoriale. Gli studi precedenti che hanno portato a concludere che la madre era l’unica in grado di distinguere il pianto del proprio bebè, si sono concentrati solo ed esclusivamente sulla differenza di sesso madre/padre non considerando minimamente il fattore tempo che ciascun genitore trascorre con il proprio piccolo.
Questo ha portato a credere che la mamma sia dotata di un particolar istinto materno, ineguagliabile, insuperabile e lontano anni luce dall’istinto di un padre.
Autore | Marirosa Barbieri
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