Federica Borghi – Siamo nel 69 a.C. ad Alessandria.
In questo anno e in questa città nasce una bambina che, oltre a diventare Cleopatra regina d’Egitto, è diventata il simbolo per eccellenza della bellezza e della femminilità nel mondo tramite l’uso di personalissimi oli profumati ed unguenti, considerati indispensabili per la cura e la protezione del corpo.
Per gli antichi Egizi l’importanza rivolta alla propria persona aveva assunto addirittura una valenza religiosa, basti pensare alle funzioni e ai rituali di imbalsamazione, e l’uso di speciali preparati a base di olio e grassi era veramente considerato sacro.
Al giorno d’oggi la parola “unguento” probabilmente a molti di voi farà pensare a qualcosa di vecchio o legato a malattie o che unge e appiccica la pelle.
Quello che viene in mente a me invece è un meraviglioso e potente scudo protettivo per mettere al riparo la mia pelle secca dagli attacchi di freddo, sbalzi di temperatura e non solo.
L’unguento ha una composizione molto ricca: in realtà non è altro che un composto formato da oli, burri e cere al cui interno vengono miscelati principi attivi tra cui gli oli essenziali.
Questi ingredienti permettono di creare una vera e proprio barriera protettiva contro tutti gli attacchi esterni, da quelli atmosferici a quelli chimici e di rendere estremamente morbida e nutrita la pelle.
Inoltre sono efficacissimi anche nel diventare preparati medicamentosi in quanto, tramite l’uso di particolari sostanze funzionali, sono in grado di curare ed eliminare dolori e problemi cutanei.
Realizzare un unguento in casa è estremamente semplice; vediamo come prepararlo seguendo la ricetta che solitamente utilizzo io:
1) 15 gr. di cera d’api gialla: se riuscite a prenderla da un apicoltore sarebbe il massimo perché hanno anche quella in foglietti che si sbriciola in un attimo!
2) 75 gr. di olio cosmetico o alimentare: di mandorle dolci, di riso, di girasole, di arachidi, di jojoba, di vinacciolo, di oliva, di ricino etc. Va benissimo qualsiasi olio abbiate già in casa. Se siete ispirate potete anche mischiarli tra loro mantenendo ovviamente la quantità totale di olio indicata nella ricetta; io, ad esempio, metto spesso 30 gr. di olio di mandorle dolci, 30 gr. di olio di riso e 15 gr. di olio di ricino.
3) 50 – 60 gocce di oli essenziali.
4) mezzo cucchiaino di miele (facoltativo).
5) mezzo cucchiaino di glicerina (facoltativo).
Procedimento:
1) mettete in una ciotola la cera e l’olio o gli oli che avete scelto e scaldate a bagnomaria fino al completo scioglimento della cera.
2) spegnete il fuoco e mescolate per amalgamare bene il tutto.
3) mettete la ciotola in un contenitore con dell’acqua fredda per accelerare il raffreddamento e intanto continuate a mescolare.
4) appena sentite che la cera si sta indurendo inserite gli oli essenziali mescolando ogni volta che ne aggiungete uno: per le mani screpolate o in generale per le zone secche di viso e corpo consiglio 25 gocce di palmarosa e 25 gocce di sandalo.
5) lasciate raffreddare completamente.
6) noterete a questo punto che il vostro composto si è completamente indurito: visto che avevo sempre un po’ di difficoltà a spalmarlo proprio per il fatto che la cera d’api tende a compattare moltissimo ho inserito nel procedimento un ulteriore passaggio che rende il tutto davvero molto morbido: prendete un cucchiaino e iniziate a mescolare. I primi minuti farete un po’ fatica ma la cera inizierà a “cedere” e man mano che continuerete a mescolare sentirete che il composto si farà sempre più burroso. Una volta ammorbidito si dovranno togliere eventuali grumi o tramite il cucchiaio cercando di “pestare” l’unguento sulle pareti della ciotola, o tramite il minipimer o il frullino elettrico o infine tramite il classico mortaio. Personalmente l’uso di quest’ultimo è fonte di estrema soddisfazione per me perché è proprio in quel momento che la cera d’api capisce chi è che comanda in casa mia!
7) a questo punto potete aggiungere il miele e la glicerina (se li avete in casa perché come scritto nella ricetta sono facoltativi) ricordandovi di mescolare molto bene per amalgamarli.
Se tutto è stato fatto correttamente e si sono rispettate le quantità della ricetta avrete un unguento dalla consistenza burrosa e morbida, piacevolissimo da spalmare.
Questa è la mia versione “strong” nel senso che la produco quando il freddo inizia davvero a screpolarmi e quasi a “tagliarmi” la pelle.
C’è anche una versione “easy” che utilizzo verso settembre quando iniziano i primi freddi e la pelle inizia già a risentirne in cui è presente il burro di karitè al posto della cera d’api.
Gli usi di questo unguento sono molteplici:
1) è una vera ancora di salvezza per le mani attaccate dal freddo intenso. Ogni volta che uscite di casa ricordatevi di spalmarvene un po’ e vedrete subito la differenza in fatto di protezione.
2) ottimo sulle labbra come balsamo e riparatore: dona morbidezza e lucentezza tipo gloss.
3) speciale per i piedi e in particolare per i talloni secchi: ammorbidisce e nutre la pelle eliminando progressivamente pelle screpolata, calli e duroni.
4) efficacissimo per il contorno occhi: la sua ricca composizione lo rende validissimo per combattere le rughe e per donare nutrimento a questa zona cosi’ delicata del viso.
5) utilissimo per la cura del collo: “rimpolpa” eventuali parti avvizzite e secche.
6) è un toccasana immediato per i gomiti secchi: toglie l’effetto “crespo” e regala setosità e morbidezza.
Potrei continuare ancora per molto ma sono sicura che troverete anche voi eventuali altri usi che vi aiuteranno a coccolare, a nutrire e a proteggere la vostra pelle.
Autore | Federica Borghi
© RIPRODUZIONE RISERVATA