Siete sicuri che questo agente schiumogeno sia anche sicuro? Quando leggete le etichette che recitano “senza solfati” cosa sapete di questo ingrediente? Ecco quello che dovete conoscere sui solfati, in virtù del fatto che vi si entra in contatto su base quotidiana.
Che cosa sono i solfati?
“I solfati sono ingredienti sintetici parzialmente a base di zolfo, derivati dalla vaselina o da altre fonti“, spiega il Dr. Yves Lanctôt, chimico e consulente a Laval (Que). Tuttavia, i solfati non sono solo derivati della vaselina: la maggior parte della molecola viene dall’alcool laurilico, che è un derivato dell’olio di cocco o di altre piante. Per preparare i solfati, l’alcool laurilico viene fatto reagire con l’acido solforico. Lo zolfo può essere trovato naturalmente sulla terra, ma è generalmente prodotto con la vaselina.
Ci sono centinaia di varietà di solfati, ma il Lauril Solfato di Sodio (SLS) e il Laureth Solfato di Sodio (SLES) sono quelli più comunemente utilizzati nei prodotti per la cura personale. “Servono per la formazione della schiuma, il che significa che non se ne deve usare molto”, conferma Michelle Sparrock, Vice-presidente esecutivo del noto marchio di bellezza canadese Live Clean. “Si stima che oltre il 90% degli shampoo e dei detergenti per il corpo contiene SLS o SLES e la Live Clean è tra il numero crescente di marchi che producono shampoo a zero solfato, promettendo un approccio più dolce alla cura dei capelli” aggiunge la Sparrock.
A che cosa servono i solfati?
I composti di solfato (comunemente chiamati “solfati”) si trovano in molti prodotti per la cura personale come shampoo, dentifricio, schiuma da barba, detergenti per il corpo e detergenti per il viso. Nei detergenti, funzionano come tensioattivi: acqua e composti solubili in olio che, quando vengono combinati con acqua, fanno schiuma ed emulsionano le sostanze grasse.
I solfati fanno male?
La Health Canada, l’Unione europea e la US Food and Drug Administration (FDA) considerano i solfati SLS e SLES ingredienti sicuri, idem per la Cosmetic Ingredient Review, un’organizzazione indipendente statunitense che valuta la sicurezza degli ingredienti cosmetici. In Canada, la Fragrance Association concorda: “Entrambi sono stati rivisti abbastanza a fondo e sono riconosciuti come sicuri se usati come previsto”, conferma Mike Patton, responsabile delle relazioni con i media per la Fragrance Association.
Il Dr. Yves Lanctôt sostiene che SLS e SLES non sono sensibilizzatori delle molecole che causano reazioni allergiche, ma sono irritanti e in alcune persone possono aggravare temporaneamente alcune condizioni della pelle, provocando rossore, secchezza e prurito. “I solfati SLES non sono un buon detergente come i solfati SLS, ma sono molto meno irritanti”, conferma l’esperto.
“Tuttavia, un sottoprodotto dei solfati SLES – l’isomero 1,4-diossano – è una sostanza cancerogena“, spiega la Dr.ssa Marilyn Patterson, chimico cosmetico e proprietaria della Natural Cosmetic Solutions Inc., con sede a Acton (Ont). Questo composto è uno sviluppatore che si trova nei prodotti per la cura della pelle e la cura dei capelli. “I produttori cercano di rimuoverlo, ma possono farlo solo in una certa misura” aggiunge la Patterson. A tal proposito, però, il Dr. Lanctôt stima che per ogni 10 milioni di grammi di SLES fabbricati, solo 10 grammi di isomero 1,4-diossano vengono prodotti. “E stiamo parlando della materia prima: quando lo si aggiunge agli shampoo, è ulteriormente diluito” conclude Lanctôt.
La Health Canada ha valutato l’isomero 1,4-diossano nel 2009 e ha scoperto che l’esposizione degli adulti attraverso prodotti per la cura personale è migliaia di volte inferiore ai livelli che potrebbero influenzare la nostra salute. I livelli di esposizione dei bambini erano ancora più bassi. Inoltre, aggiunge Ashley Lemire, portavoce della Health Canada, “l’affermazione che i solfati siano una causa del cancro è un mito ormai noto e le minuscole quantità contenute negli shampoo hanno dimostrato di non provocare il cancro”.
Per alcune aziende, la produzione senza solfati è una questione di sostenibilità, dal momento che la vaselina è una risorsa non rinnovabile. La Live Clean, ad esempio, utilizza i surfactanti come il Sodio Lauril Sulfoacetato, che si basano su olio di cocco rinnovabile. Inoltre la Ecocert , un’organizzazione internazionale con sede in Canada, che offre la certificazione naturale e biologica di prodotti eco-compatibili, fa approvare l’uso di alcuni solfati, tra cui SLS e SLES, dal momento che sono biodegradabili e hanno bassa eco-tossicità, nel senso che non danneggiano l’acqua o la vita delle piante.
I solfati possono danneggiare i capelli o il loro colore?
“I solfati possono sbiadire il colore e rendere i capelli fragili”, risponde Stephanie Binette, direttore marketing per L’Oréal Paris – settore cura e colore dei capelli – che ha sviluppato due linee senza solfati (la gamma di colori chiamata “Everpure” e la linea fortificante “EverStrong”. Uno shampoo senza solfati potrebbe significare un prezzo più alto, perché gli altri tensioattivi sono più costosi e portano a formulazioni più dispendiose in generale. Per esempio, gli shampoo a base di solfato potrebbero essere addensati con un ingrediente poco costoso, il cloruro di sodio (il semplice sale da cucina), ma si tratta di un addensante che non funziona in formulazioni senza solfati.
Indipendentemente da ciò che deciderete acquistare, fortunatamente al giorno d’oggi ci sono tanti prodotti sullo scaffale: informatevi e leggetene attentamente le caratteristiche, scegliendo quelli più adatti alla vostra esigenza.
Autore | Daniela Bortolotti
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