Ora che abbiamo raccolto (vedi: Il tempo balsamico e la raccolta delle piante) e preparato (vedi: Preparazione delle piante officinali per l’essiccazione) le piante che intendiamo conservare, siamo pronti a procedere alla loro essiccazione: procedimento di grande utilità, in quanto permette di poter conservare quantità maggiori di piante officinali in uno spazio relativamente ridotto. L’essicazione deve comunque venire effettuata con cura, per evitare problemi di decomposizione o proliferazione di muffe.
L’essiccazione si può effettuare utilizzando il calore naturale o quello artificiale. Il calore artificiale viene largamente utilizzato dall’industria, che si avvale di dispositivi quali stufe, forni ed essiccatoi, o addirittura di locali ad ambiente condizionato, per ottenere prodotti essiccati, disidratati o deumidificati. Tra questi, gli ultimi sono senza alcun dubbio quelli di migliore qualità. Diverso è invece il caso dei prodotti liofilizzati, che vengono ottenuti mediante ultraessiccazione sottovuoto di materiale vegetale congelato finemente sminuzzato o polverizzato. La liofilizzazione è il miglior metodo di conservazione in assoluto.
Però, a noi interessa essiccare in proprio, quindi utilizzeremo il calore naturale e seguiremo il procedimento tradizionale. A temperatura ambientale potremo essiccare al sole oppure all’ombra – ciò dipenderà dal tipo di materiale vegetale che desideriamo essiccare. Inoltre, l’essiccazione al sole potrà essere parziale o totale. La qualità dell’essiccato ottenuto dipenderà dai tempi e dalle temperature di essiccazione: quanto più i tempi sono brevi e le temperature contenute tanto migliori sono gli essiccati. Vediamo come procedere.
Si procede all’essiccazione totale al sole quando la massa vegetale da essiccare si compone di parti sotterranee della pianta (rizomi, radici o tuberi), semi, frutti carnosi o cortecce. Non va assolutamente praticata sulle parti erbacee delle piante, nemmeno sui fusti.
Per tutte le altre parti delle piante, si effettua invece una essiccazione al sole parziale per completare poi il procedimento all’ombra. In questo modo i tempi di essiccazione vengono ridotti. Nei periodi particolarmente caldi e nel caso di piante particolarmente delicate l’esposizione al sole deve essere molto breve, in modo da evitare indesiderate alterazioni dei principi attivi e la decolorazione della pianta.
Le piante da essiccare vanno poste in un ambiente arieggiato e caldo (solaio, tettoie o porticati, fienile) disponendole in strati sottili sopra a un piano di legno oppure su setacci o graticci, sempre in legno. Non è consigliabile seguire l’usanza di seccare mazzi di piante (come la lavanda, per esempio) appendendoli ai soffitti, perché in questo modo al centro del mazzo potrebbero prodursi fenomeni di fermentazione. E proprio per evitare indesiderate fermentazioni, le piante in essiccazione vanno rivoltate con regolarità.
A essiccazione completa, potremo conservare le nostre piante in luogo fresco ed asciutto, riponendole in sacchetti di tela o di carta non trattati, oppure in contenitori di vetro scuro o terracotta per proteggerle dalla polvere e dalla luce (che potrebbe alterare i principi attivi), apponendo su ogni contenitore l’appropriata etichetta. I contenitori in metallo sono invece controindicati per la conservazione delle piante essiccate.
Autore | Dott.ssa Eleonora Elez
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