Mangiare biologico può essere costoso, ma gli esperti suggeriscono che potrebbe valere la pena di comprare determinati alimenti biologici. Oggi vi elenchiamo i cinque alimenti che dovreste scegliere sempre in versione bio.
Il cibo biologico vale il suo prezzo?
Ci sono tante decisioni da prendere durante la spesa al supermercato, non ultima se acquistare o meno un prodotto organico. Gli alimenti di questo tipo si stanno facendo sempre più strada sugli scaffali dei negozi, ma il dibattito sul fatto se siano in realtà più sani rispetto alle controparti convenzionali, è molto acceso. La Health Canada dichiara che non vi è ancora alcuna prova per dimostrare che mangiare cibo coltivato biologicamente sia più sicuro che consumare cibo prodotto in modo standard, eppure il Dott. Andrew Hammermesiter, Direttore del Centro Agricoltura Biologica del Canada, afferma che la produzione di alimenti biologici ha effetti benefici al di là della qualità del cibo che mangiate perché incide positivamente sull’ambiente e sul benessere degli animali. Ma una cosa è certa: gli alimenti biologici hanno un prezzo più elevato e non tutti possiamo permetterci di seguire una dieta interamente biologica. Gli esperti suggeriscono che forse vale la pena sborsare qualche Euro in più per alcuni alimenti prodotti biologicamente e, di seguito, trovate i cinque alimenti da preferire, durante la vostra spesa bio.
1. Mele
Il Dott. Hammermeister sottolinea che non ci sono studi in grado di confrontare il contenuto dei pesticidi dei prodotti tradizionali con quelli degli ingredienti biologici, ma le mele (secondo la guida statunitense Environmental Working Group) fanno parte di quella frutta e verdura che contengono i più alti livelli di pesticidi. Mentre i coltivatori mondiali tendono ad usare meno pesticidi di quanto non facciano negli Stati Uniti, le mele che mangiamo comunque contengono alti livelli di sostanze chimiche. “Le coltivazioni come quelle delle mele sono sempre ricche di pesticidi, al fine di evitare malattie degli alberi e parassiti“, spiega Hammermesiter. “Questo perché gli acquirenti preferiscono mele dalla forma perfetta anziché libere da inquinanti, il che significa che gli agricoltori devono prendere ulteriori precauzioni per la produzione di frutta che soddisfino gli standard estetici”.
Se si mangia la classica “mela al giorno”, forse vale la pena pagare un prezzo più elevato per le varietà organiche che, grazie ai metodi di coltivazione senza pesticidi, possono contenere livelli inferiori di sostanze chimiche rispetto a quelle coltivate convenzionalmente.
2. Verdure a foglia verde
Spinaci, lattuga, cavolo rapa e cavolo verde hanno fanno tutti parte della lista “incriminata” della Environmental Working Group. Le verdure a foglia verde possono contenere alti livelli di pesticidi per la stessa ragione delle mele. “Ai consumatori non piace vedere la lattuga o gli spinaci con i buchi nelle foglie perché non possono sopportare l’idea che un insetto possa essere stato nel loro cibo“, conferma il Dott. Hammermesiter. “Al fine di rendere queste verdure dall’aspetto fresco e gustoso per i clienti, i coltivatori convenzionali spesso applicano i pesticidi direttamente sulle foglie”.
Gli amanti dell’insalata potrebbero pensare di scegliere i prodotti da agricoltura biologica per ridurre il livello di pesticidi che consumano. Ma se si acquista questo cibo biologico, ci si dovrà abituare all’idea che gli insetti potrebbero averli assaggiati prima.
3. Frutti di bosco
Vengono raccolti nei mesi più caldi, ma li possiamo trovare nei nostri negozi di alimentari locali in pieno inverno. Dal momento che vengono spediti fino a noi dai paesi più caldi -che possono avere regole meno rigorose sugli antiparassitari- forse vale la pena spendere qualche Euro extra per i frutti di bosco biologici, quando le varietà locali non sono di stagione. Ma ecco come si fa fruttare il valore della spesa: Hammermeister sostiene che, poiché i frutti di bosco biologici sono più piccoli, ce n’è un maggior numero nella confezione e questo significa che starete mangiando più prodotti ricchi di antiossidanti di quelli magari più grandi, ma convenzionali.
4. Carne
La Health Canada e la Canadian Food Inspection Agency, come in tutti gli altri Paesi del mondo, si occupano di impostare regole su come gli animali vengono allevati e quali antibiotici sono usati nella carne prodotta in modo convenzionale. “Il problema è che quando si hanno centinaia o migliaia di animali concentrati in uno spazio molto piccolo, come in molte grandi aziende, c’è un rischio maggiore di malattia e gli antibiotici e farmaci sono utilizzati come pratica standard“, spiega il Dott. Hammermesiter.
Per la carne da allevamenti biologici, i produttori non sono autorizzati a dare al proprio bestiame additivi per mangimi sintetici, antibiotici che promuovono la crescita o alimenti che contengano prodotti di origine animale o rifiuti. Inoltre, devono includere una certa quantità di erba o prodotto vegetale nella dieta del loro bestiame, in ogni momento. La carne proveniente da animali nutriti ad erba contiene una maggiore quantità di acido linoleico coniugato (CLA), un acido grasso che serve per stimolare la funzione immunitaria e per ridurre i depositi di grasso corporeo.
5. Prodotti lattiero-caseari
Gli allevatori sono tenuti a mettere le vacche da latte allevate organicamente al pascolo, per gran parte dell’anno, per permettere loro di brucare sul prato, mentre i bovini da latte allevati in aziende convenzionali di grandi dimensioni sono spesso tenuti in una stalla o nei recinti. “Nella produzione di latte biologico, poiché le mucche pascolano sull’erba, è possibile ottenere un maggior contenuto di acido linoleico coniugato nel latte“, spiega Hammermeister. Inoltre, ci sono anche regole severe sull’uso di antibiotici e altri farmaci, quando le vacche da latte biologico si ammalano.
Autore | Daniela Bortolotti
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