Maria Bruno – Viene erroneamente annoverato tra i cereali, ma non appartiene alla famiglia delle Graminacee bensì a quella delle Poligonacee. Si tratta di una pianta erbacea annua che pare abbia origini asiatiche e potrebbe aver raggiunto l’Europa per merito dei turchi diversi secoli fa diventando, subito dopo il Medioevo, una pianta apprezzata anche in Occidente.
Le proprietà nutritive del grano saraceno sono da un lato simili a quelle dei cereali e dall’altro non troppo differenti da quelle dei legumi (anche se non si tratta né di un legume né di un cereale). Essendo totalmente privo di glutine può essere tranquillamente consumato da persone celiache, ma anche per chi non è affetto da questo disturbo può costituire, qualche volta, una valida alternativa ai cereali.
Offre un buon apporto di fibre, carboidrati e proteine; discreto è il contenuto di minerali: fosforo, zinco, potassio, calcio, magnesio e ferro. È una buona fonte di vitamina E nonché di vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5 e B6).
La presenza di rutina (un valido antiossidante) fa sì che il grano saraceno contribuisca a mantenere elastici i tessuti che compongono i nostri vasi sanguigni, mentre le proteine presenti non hanno nulla da invidiare a carne soia. Gli studi medici più recenti mostrano che il grano saraceno può prevenire e contrastare il diabete mellito grazie alla presenza di chiroinositolo (sostanza che può regolare il livello di glicemia nel sangue).
Capace di fornire energia e tono muscolare, questo alimento è consigliabile a tutti: sportivi, anziani, bambini e donne in gravidanza. L’unico punto a sfavore è la presenza di allergeni che può, appunto, dare origine a varie forme di allergia.
Come mangiarlo? Possiamo usare la farina ricavata da questo grano per preparare vari impasti (crepes, pane, torte, ciambelle, ecc) oppure cucinare i chicchi interi (da lavare e bollire) per abbinarli a diversi altri alimenti (legumi, verdure, ecc) come fosse pasta o riso.
Autore | Maria Bruno
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