Una delle basi dello stile di vita raccomandato dalla medicina ayurvedica è l’alimentazione: il cibo è di fondamentale importanza non solo perché apporta nutrimento, ma anche perché ha specifici effetti benefici sui tre Dosha. Secondo l’Ayurveda, noi siamo ciò che mangiamo. Quindi, occorre alimentarsi con cibi che, pur compiacendo il gusto individuale, siano adatti al proprio tipo costituzionale. Nell’ambito della pratica ayurvedica, consumare i pasti non significa semplicemente mangiare; piuttosto, si tratta quasi di un rituale condotto senza fretta e piacevolmente (vedi: Abbracciare lo stile di vita ayurvedico per vivere in salute).
La medicina occidentale considera sana una alimentazione che tenga nel dovuto conto l’assunzione di un determinato quantitativo di calorie fornite dalle necessarie quantità di lipidi, glucidi e proteine. Le valutazioni della medicina ayurvedica vengono invece effettuate in base a un punto di vista completamente differente. Trovano infatti fondamento nelle “informazioni” che il cibo è in grado di comunicare al nostro organismo tramite i diversi sapori, classificati dall’Ayurveda in molti modi diversi. Comunemente utilizzata nella pratica ayurvedica quotidiana è la classificazione dei “sei gusti”, che comprende i sapori fondamentali: dolce, salato, acido, amaro, astringente e piccante.
Vediamo di capire perché i sapori hanno tanta importanza nella medicina ayurvedica. Tutti conosciamo le piacevoli sensazioni che un cibo o una bevanda dal sapore gradevole sono in grado di provocare. Ciò è dovuto al fatto che alcune molecole contenute negli alimenti hanno una più o meno intensa azione psicotropa, cioè sono in grado di agire a livello psico-emotivo, direttamente sulla condizione mentale o sul tono dell’umore – tipici, per esempio, gli effetti antidepressivi del cioccolato, che è in grado di stimolare la produzione di endorfine producendo uno stato di benessere psichico. Ovviamente, oltre ad influire sul sistema nervoso, le sostanze chimiche di cui sono composti gli alimenti hanno anche effetti a livello fisico.
Per ritrovare e mantenere l’equilibrio tra i Dosha, l’alimentazione ayurvedica punta proprio su queste reazioni psico-fisiche del nostro organismo all’ingestione dei diversi alimenti, i cui differenti sapori sono dovuti alla loro specifica composizione chimica.
Secondo l’Ayurveda, il dolce è un sapore pesante e freddo che riduce le energie Vata e Pitta mentre stimola quella Kapha.
Anche il sapore salato è pesante ma, al contrario del dolce, è caldo. Diminuisce l’energia Vata e aumenta la Pitta e la Kapha, così come il sapore acido, caldo e leggero.
Al contrario, un incremento di Vata e una diminuzione di Pitta e Kapha si ottengono col sapore amaro, freddo e leggero, e con il sapore astringente, freddo e pesante.
Il sapore piccante, caldo e leggero, produce invece un aumento di Vata e Pitta e una diminuzione dell’energia Kapha.
Autore | Dott.ssa Eleonora Elez
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