“Mi può dare un altro drink assieme al quinto taco? E il conto per favore” Martinez, un quarantaduenne ragioniere del ragguardevole peso di 140 chilogrammi, disse al cameriere.
Il danno per il suo portafoglio è relativamente leggero: 40 pesos (circa 2€) per cinque tortillas di carne e 18 pesos (poco più di 1€) per due bibite, ma c’è un prezzo molto più alto che il Messico sta pagando per la dieta quotidiana dei suoi cittadini, che gli ha donato il triste primato di maggior consumatore al mondo di bibite e seconda posizione nella classifica della popolazione più obesa, dopo il suo gigantesco vicino del nord, gli Stati Uniti.
Seconda nazione più grande dell’America Latina, dopo il Brasile ha vissuto tempi di magra, in passato, con una crisi drammatica della moneta nel 1994 e il crollo finanziario globale nel 2009. Ma ha goduto di periodi di crescita e Alejandro Calvillo, direttore dell’organizzazione non governativa “Consumer Power”, ha dichiarato che i patti di libero scambio hanno il merito di aver contribuito alla crescita dell’economia del Messico, che però ha farcito il paese di cibi meno sani. “C’è stato un cambiamento nelle abitudini alimentari che è nettamente aumentato negli ultimi 20 anni, con una maggiore infiltrazione della alimenti trasformati dall’industria come bibite frizzanti, ha aggiunto Calvillo, la cui ONG opera per la regolamentazione di tali alimenti. Grazie ai patti commerciali, il Messico ha ceduto ai valori commerciali delle imprese transnazionali che hanno snaturato la dieta tradizionale messicana, complice anche la pubblicità “implacabile” per tali prodotti.
Il tasso di obesità del Messico è salito dal 9,5% nel 1988 al 32% dell’anno scorso, in una nazione di 112 milioni di persone, secondo il National Medical Academy, ma non basta: uno sbalorditivo 70% della popolazione è in sovrappeso, anche se quasi la metà vive in povertà.
Campione di soft drink, il messicano medio tracanna circa 163 litri di bibite gassate all’anno, secondo uno studio dell’Università di Yale. I conti nazionali dichiarano che a questa nazione vanno riconosciuti 22.000 dei 180.000 decessi annuali in tutto il mondo associati al consumo di bevande zuccherate, secondo uno studio dell’Università di Harvard. Questo rende le bibite gassate, che sono piene di cola, uva, aromi, un killer più spietato della droga che, in questa nazione, ha fatto più di 10.000 morti l’anno scorso.
Alla fine del 2012, un disegno di legge è stato introdotto nel Congresso del Messico per imporre una tassa sulle bevande gassate dolci e regolamentarne la pubblicità, ma le iniziative si sono pian piano spente. Storicamente, i messicani hanno consumato alimenti derivati da grano coltivato dai loro antenati, gli Aztechi, così come hanno sempre avuto ricchezza di frutta, verdura e spezie, ma i marciapiedi di questa città (20 milioni di persone, negli esempi maggiori) sono letteralmente costellati di bancarelle che vendono taco e sandwich, tortillas o pane farcito con una serie di carni grasse (di manzo, pollo e perfino muso di maiale). Ad aggravare il problema: l’acqua potabile scarseggia nelle comunità impoverite e spinge le persone a consumare bibite, ha constatato Yuritzin Flores del gruppo internazionale di beneficenza Oxfam e, data la scelta tra l’acqua in bottiglia o una lattina, la gente preferisce la bevanda che dà più energia, ha aggiunto Flores.
Diversi fattori contribuiscono a rendere obesa una nazione, compresi i geni, ma le cattive abitudini adottate dalle società moderne sono per lo più da biasimare, ha detto David Garner, fondatore del River Centre Clinic, negli Stati Uniti, che tratta i disturbi alimentari. “A causa del fatto che la società sta cambiando rapidamente, ciò che sta accadendo è che il cibo è sempre disponibile e soprattutto quello ad alto contenuto di grassi e zuccheri: sappiamo che le bevande gassate contribuiscono ad obesità e malattie cardiache ma noi non cerchiamo in alcun modo di influenzare sotto questo aspetto, anche perché la lobby delle bibite è estremamente potente”.
Il governo messicano ha recentemente annunciato di voler attuare una strategia per combattere l’obesità, senza fornire ulteriori particolari. Il problema del peso del paese sta diventando un fardello per il sistema di salute pubblica, stimato con un costo attorno agli 11,7 miliardi dollari entro il 2017. I motivi più comuni per i ricoveri in Messico sono attacchi di cuore, pressione alta e diabete, una malattia che colpisce il 14% della popolazione e uccide 80.000 persone all’anno. Per affrontare il problema, diverse cliniche offrono soluzioni di chirurgia di bypass gastrico gratuite, una procedura che riduce la dimensione dello stomaco. “La chirurgia non risolve il problema e inoltre è molto costosa” ha detto Garner. Ma la Dottoressa Leticia Bautista, psicologa presso l’Università Nazionale del Messico, ha prontamente ribattuto che l’intervento è una opportunità di vita per gli obesi. Un esempio su tutti: Ofelia Montiel, 52 anni, diventò 100 kg per l’altezza di 1,50 metri dopo aver consumato tre litri di Coca-Cola al giorno per lungo tempo. Più di un anno fa, ha subito un intervento chirurgico di bypass gastrico e non ha rimpianti, anche se si riempie molto facilmente, ora. “Bevo ancora Coca-Cola perché mi fa digerire, così poi posso mangiare di più”, ha dichiarato la pensionata, che ora pesa solo 50 kg.
25 maggio 2013, ore 11:26
Autore | Daniela Bortolotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA