Bere più di 28 tazze di caffè a settimana può essere dannoso per le persone di età inferiore ai 55 anni, secondo un nuovo studio che ha riacceso il dibattito sui rischi per la salute del caffè. Lo studio pubblicato giovedì, ritiene infatti che il consumo di caffè a livelli massicci sia associato ad un rischio di mortalità più elevato negli uomini e nelle donne di età inferiore ai 55 anni.
La ricerca, pubblicata online sulla rivista “Mayo Clinic Proceedings”, riguarda gli uomini più giovani di 55 anni che hanno bevuto più di 28 tazze di caffè a settimana (una media di quattro tazze al giorno) e che avevano il 56% più probabilità di mettere a rischio la propria vita per qualsiasi causa. Le donne in quella fascia di età hanno un duplice rischio di morire rispetto alle altre donne. Lo studio ha esaminato 43.727 uomini e donne di età compresa fra i 20 e gli 87 anni, nel periodo che va dal1971 al 2002. “Dal nostro studio, sembra sicuro bere 1-3 tazze di caffè al giorno” ha dichiarato il secondo co-autore Dott. Xuemei Sui. “Bere più di quattro tazze di caffè al giorno può mettere in pericolo la salute“, aggiunge il Dott. Sui, che è anche assistente professore di scienze motorie alla Scuola Arnold of Public Health presso la University of South Carolina a Columbia. Si definisce una tazza di caffè, un quantitativo che va da 170 a 220 grammi.
Lo studio non ha rilevato un rischio di mortalità più elevato per gli adulti di 55 anni e oltre: il Dott. Sui sostiene che ci può essere una “polarizzazione” (in termine tecnico una caduta della differenza) in quanto la ricerca non può includere le persone anziane perché potrebbero essere non in saluto o addirittura già decedute. Le ragioni per cui il rischio di morte è più elevato tra i giovani adulti non sono chiare in quanto gli esperti, nel corso degli anni, hanno trovato sia benefici per la salute che problemi connessi con il caffè. Il Dott. Sui dice infatti che la caffeina contenuta nel caffè può elevare la frequenza cardiaca e aumentare la pressione sanguigna ei livelli di zucchero nel sangue. “Tuttavia, il caffè è una fonte importante di antiossidanti”, aggiunge. Lo studio non ha trovato una significativa associazione tra consumo di caffè e la morte per malattia cardiaca: ulteriori ricerche sono necessarie per verificare inoltre qualsiasi connessione tra caffè e cancro.
Il Dott. Gregg Fonarow, co-dirigente di Cardiologia clinica presso la David Geffen School of Medicine alla UCLA, aggiunge: “Le differenze date da altri fattori alimentari, stato civile e altri fattori socio-economici che non sono stati inclusi nel presente studio, possono rappresentare alcune o addirittura tutte queste osservazioni“. Fonarow, che non era coinvolto in questa ricerca, sostiene infatti che gli studi sull’osservazione di persone ai fini di un’indagine circa la loro assunzione di caffè rispetto a quanti sono morti per qualsiasi causa, hanno dato risultati contrastanti. Si consideri che uno studio 2012 ha scoperto che i bevitori di caffè in età da 50 a 71 anni, avevano un rischio minore di morte rispetto ai loro coetanei che non consumavano caffè. In questo studio, i ricercatori del National Cancer Institute del National Institutes of Health e dell’AARP hanno scoperto addirittura che l’assunzione di caffè diminuiva il rischio di mortalità.
Joseph DeRupo, portavoce per la National Coffee Association of USA, ha dichiarato in merito che il nuovo studio “presenta i risultati che sono al passo con la scienza prevalente e con metodi di ricerca largamente accettati“. Poiché il consumo di caffè suscita ancora ampio dibattito, il Dott. Sui conferma che sono necessarie ulteriori ricerche. Nel frattempo, le persone dovrebbero controllare la loro dose quotidiana “per evitare un eccessivo consumo di caffè“.
Autore | Daniela Bortolotti
© RIPRODUZIONE RISERVATA