La top list è davvero lunga e suscettibile di variazioni. Al momento, tra le prime cause di morte al mondo, spicca il tumore al colon-retto.
Si tratta di una forma particolare di cancro che affligge le persone dai 30 anni in su (i soggetti over 50 presentano un rischio maggiore di svilupparlo) ed è generato da cattive abitudini alimentari, dallo stile di vita e da cause genetiche.
Oggi, nell’Alberta (Canada), è possibile intercettare il cancro al colon, attraverso un particolare test di screening chiamato Fit (test immunochimico fecale), disponibile dallo scorso novembre.
Questo strumento ci permette di prelevare e raccogliere un piccolo campione di feci, comodamente da casa. Il dottor Steven Heitman, direttore medico del Centro di Screening del cancro del Colon Forzani & MacPhail spiega, con dovizia di particolari, il funzionamento del test.
“Questo mezzo analizza gli anticorpi che si legano alla proteina del sangue umano che si può trovare nelle feci”, dice, “e che indica la presenza di lesioni pre-cancerose o cancerose“.
E’ importante ricordare che il test FIT non è un sostituto della colonscopia che rimane, di gran lunga, lo strumento diagnostico per eccellenza; il nuovo strumento costituisce un quid pluris e contribuisce a monitorare lo stato di salute di pazienti considerati a rischio medio-alto (soggetti, di solito tra i 50 ed i 74 anni di età, che sono asintomatici o non hanno storia familiare o personale di cancro al colon).
I pazienti a rischio medio che non mostrano alcun segno dopo la prima colonscopia, spesso sono soliti aspettare (a loro rischio e pericolo) 10 anni prima di sottoporsi ad un nuovo controllo.
Per questo motivo, quindi, è necessario che essi monitorino il loro stato, ricorrendo allo strumento meno invasivo del FIT test.
Una delle più convincenti testimonianze è data da Sonja Chycoski una donna americana che, nonostante rientrasse nella categoria a rischio medio, si è ammalata di cancro al colon nel 2011.
All’inizio, racconta la paziente, “pensavo che il problema fosse legato alle emorroidi, dal momento che registravo sanguinamenti continui. Solo in seguito, mi è stato diagnosticato il tumore al colon in fase avanzata. Mi sono sottoposta, quindi, a due interventi chirurgici e sono attualmente al quattordicesimo ciclo di chemioterapia. Se avessi potuto ricorrere allo strumento del FIT test, probabilmente avrei intercettato il tumore molto prima e mi sarei sottoposta subito al giusto trattamento“.
Gli adulti che rientrano nella categoria ad alto rischio (quelli che hanno registrato casi di cancro in famiglia o avvertono sintomi, come il sanguinamento rettale o hanno avuto un cambiamento persistente nelle normali abitudini intestinali), devono sottoporsi direttamente alla colonscopia.
Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha rilevato che il test FIT ha permesso di intercettare un gran numero di tumori al colon-retto. Per questo motivo, recita lo studio, una grande percentuale di pazienti si è manifestata propensa ad utilizzare il test di screening in questione.
Autore | Marirosa Barbieri
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