Decenni di turni di notte potrebbero fare aumentare il rischio di cancro al seno: lo sostengono alcuni ricercatori canadesi che studiano questa patologia e che hanno scoperto che il rischio di sviluppare la malattia raddoppia dopo una vita di turni di notte (per almeno 30 anni). Il loro lavoro si è basato sull’effetto del lavoro a turno fra gli operatori sanitari, ma diversi studi precedenti hanno già suggerito una correlazione tra questo tipo di orari di lavoro e il rischio di cancro al seno elevato, secondo la rivista “Science Daily”. Tuttavia, alcuni esperti hanno messo in discussione il rapporto, a causa del potenziale fallimento della ricerca che non ha abbastanza elementi per valutare correttamente l’esposizione e per comprendere la diversità rispetto ai modelli di lavoro “normali”.
Il National Cancer Institute stima che 232.340 donne statunitensi riceveranno una diagnosi di cancro al seno nel 2013 e quasi 40.000 di esse soccomberanno alla malattia sempre entro l’anno. Gli scienziati canadesi hanno selezionato per il loro studio 1.134 donne che soffrono di cancro al seno e 1.179 senza alcun disturbo. Le donne erano tutte coetanee e vivevano a Vancouver nel British Columbia, oppure a Kingston nell’Ontario. Hanno fornito informazioni dettagliate sui turni di lavoro e hanno riferito l’intera storia della propria vita professionale. I registri ospedalieri hanno fornito informazioni sul tipo di tumore che ogni soggetto ha avuto; i ricercatori hanno considerato questa informazione importante perché la sensibilità agli ormoni può alterare i fattori di rischio per la malattia. In particolare, l’alterazione della quantità di melatonina è stata associata con l’innalzamento della produzione di estrogeni e quindi con l’aumento di rischio di cancro al seno tra le persone che lavorano con turni di notte. La melatonina, spesso chiamata “ormone del sonno”, viene prodotta naturalmente dl corpo umano: alcuni individui prendono anche integratori di melatonina per regolare i loro orologi biologici interni. I suoi usi più comuni comprendono il trattamento del jet lag e la regolazione dei cicli sonno-veglia, soprattutto negli individui che sono soggetti a cambiamenti nella programmazione dei propri orari di lavoro.
Le donne che avevano lavorato con turni di notte componevano circa un terzo di tutti i casi. Tra le turniste fino a un massimo di 14 anni e quelle che avevano lavorato con turni di notte da 15 a 29 anni, i ricercatori non hanno notato alcun rischio elevato, ma le donne che avevano lavorato con turni di notte per almeno 30 anni avevano il doppio di probabilità di aver sviluppato il cancro al seno. I risultati sono stati simili sia per le donne che di mestiere operavano nel campo sanitario, sia per quelle che lavoravano in altri ambiti professionali. Le donne i cui tumori erano di natura sensibile alla variazione di estrogeno e progesterone, avevano anche i fattori di rischio più elevati.
I ricercatori, che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista “Occupational and Environmental Medicine” indicano che, mentre la melatonina è citata come causa di un legame tra cancro al seno e lavoro a turni, altri fattori potrebbero avere un ruolo altrettanto determinante: tra loro ci sono ritmi del corpo, disturbi del sonno, livelli di vitamina D e differenze di stile di vita. Una importante conclusione dello studio è stata che se decenni di turni di notte raddoppiano il rischio di cancro al seno in alcune donne, vi è la necessità di sviluppare una nuova politica, più sana, di lavoro.
03 luglio 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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