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Cancro Ovaie: Ciò Che Ogni Donna Dovrebbe Sapere

Il cancro delle ovaie è il nono tipo di tumore più comune nelle donne, ma la quinta causa di morte per cancro negli Stati Uniti e la più comune per quanto riguarda le patologie ginecologiche.
L’American Cancer Society ha stimato nel 2010, che sarebbero state circa 21.880 le donne a cui sarebbe stato diagnosticato il cancro delle ovaie nel 2011, e più di 13.850 le donne che conseguentemente non ne sarebbero guarite. Per una donna, il rischio medio di contrarre il cancro delle ovaie è 1 su 70, l’età media per la diagnosi è 63, e le donne caucasiche sono quelle a più alto rischio d’incidenza. La maggior parte delle donne (circa il 70%) ricevono una diagnosi avanzata di cancro delle ovaie (stadio III o IV), ma quando il cancro delle ovaie viene trovato in tempo (allo stadio I), il grado di sopravvivenza che supera i cinque anni raggiunge il 90%.

Ci sono tre tipi principali di cancro delle ovaie: epiteliale, delle cellule germinali, dello stroma o dei cordoni sessuali. Il tumore di tipo epitaliale è il tipo più comune, costituisce all’incirca il 90% di tutti i carcinoma dell’ovaio, dunque questo articolo si sviluppa soprattutto attorno a esso.

Fattori di rischio e predisposizione genetica

I fattori di rischio per lo sviluppo del carcinoma dell’ovaio includono: un menarca in età precoce (il menarca è la prima mestruazione, e per precoce s’intende prima dei 12 anni), una menopausa in età avanzata (dopo i 50), non essere mai stata incinta, infertilità, endometriosi e Sindrome dell’Ovaio Policistico. Anche una storia famigliare di cancro alla mammella o alle ovaie costituisce un rischio: circa il 10% di tutti i tumori dell’ovaio è di tipo ereditario.

P U B B L I C I T A'

Sono due le principali predisposizioni genetiche per il cancro delle ovaie: mutazioni nel gene oncosoppressore BRCA 1 o 2 e un cancro colorettale ereditario non poliposico (HNPCC) in famiglia. Le donne che presentano una mutazione del BRCA 1 hanno dal 20 al 45% di possibilità di sviluppare un cancro dell’ovaio, mentre le donne con una mutazione del BRCA 2 sviluppano una percentuale di rischio del 10-20%. Le donne che presentano questa o l’altra mutazione, si trovano anche a rischio di sviluppare il cancro della mammella, mentre le donne con un HNPCC sviluppano un rischio del 9-12% per il tumore dell’ovaio. L’HNPCC è associato anche allo sviluppo di altri tumori come il cancro del colon, dell’utero e dello stomaco, dell’intestino tenue e dei reni. Le donne che abbiano ricevuto una diagnosi di cancro alle ovaie, dovrebbero considerare la possibilità di prendere un appuntamento per un test genetico per il BRCA.

Come ridurre il rischio

Una donna può ridurre il suo rischio di contrarre il cancro delle ovaie, in molti modi. La pillola anticoncezionale ad esempio, per 5 anni può ridurre il rischio di contrarre il tumore dell’ovaio di ben il 50%. L’allattamento al seno, il legamento delle Tube e un’isterectomia (la rimozione dell’utero) possono ridurre ulteriormente questo rischio. Tuttavia, anche dopo una rimozione di tutti gli elementi dell’apparato riproduttivo, vi è una piccola possibilità di sviluppare una carcinosi peritoneale, un altro tipo di cancro che è molto simile al cancro delle ovaie. Alle donne che presentino una mutazione del gene BRCA 1 o 2 si raccomanda la rimozione completa di ovaie e Tube, appena dopo l’ultima gravidanza. Le donne che abbiano sviluppato un rischio nella media e che stiano per affrontare un’isterectomia, dovrebbero discutere i pro e i contro di un’operazione chirurgica che includa nello stesso tempo, anche la rimozione di ovaie e Tube.

I sintomi di una malattia “silenziosa” e i test a disposizione

Nel passato, i medici avevano definito il carcinoma dell’ovaio come una malattia silenziosa, in grado di essere scoperta soltanto in stadio avanzato. Ad oggi sappiamo invece che la maggior parte delle donne presentano i primi sintomi anche diversi mesi prima della diagnosi. I sintomi più comunemente associati a questo tipo di cancro, includono dolore pelvico o addominale, gonfiore, o aumento della circonferenza addominale, facile senso di sazietà e problemi alla vescica, come urinare più spesso o sentirne un bisogno improvviso. Questi sintomi, generalmente, devono capitare per all’incirca 12 giorni al mese, perché ce se ne possa preoccupare, e devono rappresentare un cambiamento recente (di solito si presentano a meno di 1 anno prima dalla diagnosi).

Se credi di aver avuto o di avere ancora questo tipo di sintomi, per almeno 12 giorni al mese, dovresti subito prendere un appuntamento con il tuo ginecologo. In seguito, il dottore valuterà questi sintomi tramite un’accurata ispezione e un’analisi della tua storia famigliare. Verrà incluso un esame rettale, un’ecografia transvaginale e potrebbe anche esserti prescritto un esame del sangue per il CA125. Il CA125 è un marker tumorale per il carcinoma dell’ovaio. Tuttavia, questo test è in grado di aiutare soprattutto le donne che siano state già diagnosticate o che si trovino già in menopausa; questo perché il CA125 non è un marker specifico, infatti molti tumori benigni sono in grado di provocare un risultato oltre la norma, pur non essendo cancerosi.

Ad oggi, non esiste un metodo specificatamente efficace per il cancro dell’ovaio. Sono stati portati avanti diversi studi per la valutazione del test per il CA125 e per l’ecografia transvaginale e per ora, questi sono i sistemi a nostra disposizione, ma non riducono il rischio di mortalità relativa a questo tipo di tumore. Il trial clinico più esteso effettuato negli Stati Uniti, includeva più di 78.000 donne. Alcune di esse trattate secondo metodi tradizionali, altre invece sottoposte a screening tramite il test per il CA125 e l’ecografia. L’incidenza del cancro era la stessa in entrambi i gruppi. Più di 3000 donne hanno ricevuto una diagnosi di falso positivo (il test presentava delle anormalità ma non si trattava di cancro maligno), mentre un terzo di loro è andato sotto i ferri per altre cause e complicazioni. Vi sono diversi trial clinici legati al tumore dell’ovaio in corso negli Stati Uniti, tuttavia, questo tipo di screening si rivela efficace in donne che abbiano sviluppato un rischio al di sopra della media.

Le donne che sospettano o sanno di avere un cancro alle ovaie, dovrebbero immediatamente contattare un ginecologo-oncologo. I ginecologi oncologi sono specializzati nello studio e nel trattamento di tutti i tipi di cancro che riguardano l’area ginecologica, incluso il cancro delle ovaie. Le donne che siano state operate da un ginecologo-oncologo presentano maggiori chance di successo e recupero rispetto a coloro che siano state operate da un chirurgo qualsiasi.

I trattamenti: chirurgia, chemioterapia e trial clinici

I trattamenti per il cancro delle ovaie includono normalmente un’operazione chirurgica seguita da una o più sessioni di chemioterapia. Per alcune donne che presentano un cancro delle ovaie al I stadio, la chemioterapia non è necessaria, ma per la maggior parte di esse lo è. Se il cancro appare confinato nell’ovaio, l’intervento include l’asportazione chirurgica dell’utero, della cervice, delle Tube di Falloppio e delle ovaie, dell’omentum (uno strato lipidico presente nell’addome), biopsie multiple, e la rimozione dei linfonodi nelle pelvi e attorno all’aorta. Se il cancro si trova invece ad uno stadio più avanzato, è importante rimuovere tutto il cancro visibile. Se ciò non è possibile, si arriverà a rimuovere tutti i tumori più grandi di 1 cm, il che può includere una rimozione di parte degli intestini, la milza, e altri organi, oltre all’asportazione di utero, cervice, Tube e ovaie.

Ogni donna a cui sia stato diagnosticato il carcinoma dell’ovaio, dovrebbe considerare anche il trattamento in trial. Se un trial clinico non è possibile, o se non è desiderabile per le tue condizioni, ti verrà prescritto un trattamento a base di agenti chemioterapici antineoplastici (come ad esempio il carboplatino) e alcaloidi come i taxani (il paclitaxel). Le donne che abbiano un cancro dell’ovaio in stato avanzato, potrebbero essere le candidate più indicate per un’iniezione diretta nell’addome; un trattamento denominato Chemioterapia Ipertermica Intraperitoneale (HIPEC).

Autore | Enrica Bartalotta

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Chi sono? Viola Dante

Sono una farmacista. Ho studiato presso l'Università degli Studi di Palermo. Poi è arrivata la laurea: 110/110 e Lode. Il percorso di studi è andato benissimo ed ho preso tutto quello che potevo dai professori, ma oggigiorno sarebbe riduttivo descrivermi come una professionista del farmaco e della salute. Potrei piuttosto definirmi una farmacista blogger. Amo quello che faccio. Ed ancor di più amo offrire delle soluzioni che migliorino la salute degli italiani ormai vittima di bieche mistificazioni anche in questo campo. Spero di riuscire a trasmettervi la mia smisurata passione per la galenica e per la preparazione di rimedi naturali.