I vuoti di memoria possono capitare a ogni età; non ricordi più dove hai messo le chiavi, ti dimentichi un nome, o fai per andare in una stanza ma quando sei lì non ricordi più perché. Per molte persone, questi problemi sono dovuti a una semplice carenza di sonno o a una condizione di stress temporaneo. Ma ci sono delle volte in cui questi vuoti di memoria sono frequenti, e più preoccupanti. La Malattia di Alzheimer colpisce circa la metà degli Americani entro gli 85 anni. La buona notizia è che ricerche recenti hanno stabilito come il cibo possa aiutarci a prevenirla e che possa addirittura invertire il processo di degenerazione della memoria, se preso il tempo.
Quando gli scienziati hanno esaminato il cervello di persone affette dall’Alzheimer, hanno scoperto che tra i neuroni si trovavano dei minuscoli granelli, e li hanno chiamati placche amiloidi. Al microscopio, hanno l’aspetto di polpette di carne o gomitoli, ma non sono affatto carine o innocue; gli scienziati infatti credono che abbiano il potere di distruggere le cellule cerebrali.
Perché si formano? Ricercatori europei e statunitensi hanno scoperto che la risposta potrebbe trovarsi nelle nostre abitudini alimentari. Alcuni cibi infatti possono incoraggiare l’avvento dell’Alzheimer; altri invece possono aiutare a tenerlo lontano se non a prevenirlo.
“I grassi cattivi”
Nella categoria dei cibi ‘insalubri’ ci sono i cosiddetti acidi grassi saturi – i grassi cioè che si trovano nella carne, soprattutto rossa, grassa, stagionata, nei suoi derivati, e nei prodotti derivati del latte, soprattutto i formaggi molto grassi e stagionati e il gelato non artigianale. I ricercatori del Chicago Health and Aging Project hanno scoperto che assumere elevati quantitativi di “grassi cattivi”, porta con sé un rischio di contrarre l’Alzheimer che è di ben tre volte superiore rispetto a coloro che tendono invece a evitarli. Ed ecco la parte più preoccupante: mangiando due uova e una striscia di bacon a colazione, un petto di pollo senza pelle e un bicchiere di latte a pranzo, e un piccolo trancio di pizza ai quattro formaggi per cena, riceverai sufficienti “grassi cattivi” da finire nel gruppo ad alto rischio. Già. Sono molti infatti i cibi che fanno parte della nostra routine quotidiana, a metterci ad alto rischio Alzheimer. Gli acidi grassi trans che si trovano nei doughnuts ad esempio e in altri snack da forno, aumentano la possibilità di avere problemi di memoria in futuro.
Ferro, rame e altri metalli
I metalli – ferro e rame – che assumiamo con il cibo ma che assorbiamo anche attraverso le nostre pentole e le nostre padelle, potrebbero essere un problema per il cervello. Ovviamente, il nostro corpo necessita del ferro per produrre l’emoglobina e del rame per normalizzare le funzioni degli enzimi, ma in elevate quantità questi metalli producono radicali liberi che sono in grado di danneggiare le nostre cellule neuronali.
Da dove arrivano questi metalli? Il ferro si trova nella carne, e ovviamente, negli utensili da cucina in ghisa; l’acciaio inossidabile è dunque la scelta più sicura. Il rame di trova in alcuni tipi di tubi – quindi meglio mettere un filtro per l’acqua – così come nel fegato e in altri cibi. Sia il ferro che il rame possono trovarsi anche in molti multivitaminici, quindi leggine bene le etichette e scegli quelli che non ne hanno.
Anche l’alluminio è stato trovato nei cervelli delle persone affette da Alzheimer. Ma mentre gli scienziati cercano ancora di stabilire se esso possa essere un responsabile o un semplice testimone della malattia, non farà male da parte nostra un po’ di cautela. Evita di cucinare nelle pentole d’alluminio e leggi attentamente le etichette quando vai a comperare il lievito per dolci, gli antiacidi, e i cibi processati.
I cibi che ci proteggono
Fortunatamente, non tutti i cibi sono cattivi per la salute del nostro cervello; alcuni, a dire il vero, lo proteggono. Ecco quali sono i principali alimenti protettivi che dovresti inserire nella tua dieta, quotidianamente:
Frutta secca e semi sono ricchi di vitamina E, che si è dimostrata in grado di prevenire l’Alzheimer. Eccellenti risorse di questa vitamina sono le mandorle, le noci, le nocciole, i pinoli, le noci pecan, i pistacchi, i semi di girasole, di sesamo e di lino. Soltanto 30 gr. – una piccola manciata – al giorno è già sufficiente per farti più che bene.
Mirtilli e uva prendono il loro colore scuro e intenso dagli antociani, potenti antiossidanti capaci di migliorare l’apprendimento e il ricordo, secondo diversi studi effettuati dall’Università di Cincinnati.
Patate dolci. Sono la base fondante della dieta degli abitanti dell’Isola di Okinawa, in Giappone, le persone più longeve al mondo, conosciute anche per essere in grado di mantenere particolarmente elevato il loro livello di lucidità mentale con il passare dell’età. Le patate dolci sono particolarmente ricche in beta-carotene, un antiossidante molto potente.
Le verdure a foglia verde riforniscono il corpo di una forma di ferro che è più facilmente assimilabile dal corpo, quando il corpo ne necessita in maggiori quantità, ed è altrettanto capace di essere assorbita in quantità minori quando ne è già al completo. Proteggendoti dunque da un eccesso di ferro che può apportare danni cerebrali, le verdure a foglia verde sono inoltre ricche di folato, un derivato importante della vitamina B9 (acido folico), che protegge le cellule cerebrali.
Fagioli e ceci contengono vitamina B6 e folato, così come proteine e calcio, e neanche un grammo di grassi saturi o trans.
Vitamina B12, essenziale per la salute dei nervi e dei neuroni. Insieme, folato, vitamina B6 e vitamina B12 fanno fuori l’omocisteina, un amminoacido solforato in grado di accumularsi nel sangue – alla stregua di una scoria alimentare – e danneggiare il cervello.
Vuol dire che i vegetariani dunque, ma soprattutto i vegani (che non fanno uso di alcun prodotto animale) hanno una vita più lunga e più sana? Uno studio della Loma Linda University ha saputo dimostrare che non solo i vegetariani vivono più a lungo dei carnivori, ma riescono anche a rimanere lontani dai problemi di memoria per un tempo più lungo.
Metti alla prova il tuo cervello
Alcuni benefici in più te li potrebbero dare gli “esercizi” al cervello:
Fai pompare il cuore: Una camminata veloce di 40 minuti per tre volte alla settimana, aiuta il cervello ad ossigenarsi e, secondo alcuni studi effettuati dall’Università dell’Illinois, può addirittura invertire il processo di restringimento del cervello legato al passare dell’età.
Esercizi mentali: La stimolazione neuronale – attraverso la lettura di libri, giornali o esercizi di brain-training – è in grado di rafforzare quantitativamente il tuo cervello.
Dormi. È importante preservare i ricordi. La prima parte della notte viene impiegata per il recupero delle funzioni vitali: è quella del sonno NREM, caratterizzato da onde cerebrali lente e ampie; una situazione in cui il cervello incamera e integra ciò che ha appreso durante il giorno. La seconda parte della notte è caratterizzata dal sonno REM, quella dedicata all’integrazione delle emozioni e delle funzionalità fisiche. Il consiglio è quello di andare a dormire entro le 23:00 ogni sera. Cerca di puntare sempre a otto ore di sonno piene – o quante più puoi.
Proteggi la tua memoria
Tutto considerato, rinunciare ai “grassi cattivi” di carni e formaggi, snack e dolci, paga, anche perché i vantaggi derivati dall’assumere nutrienti importanti tramite frutta, verdura, legumi, cereali integrali, ha un ottimo riscontro sull’organismo tutto (e sulla linea!). Presta particolare attenzione alla vitamina B12 di cui anche vegetariani e vegani spesso incappano in carenze; è un nutriente essenziale, ma puoi aggiungerlo alla tua dieta soprattutto in forma di integratore.
E non dimenticare di infilarti le scarpe da ginnastica, e di dare al tuo cervello un manciata di esercizi ogni giorno.
Non aspettare. Così come le rughe – e i capelli grigi – anche i cambiamenti al cervello sono in grado di raggiungerti, prima di quanto pensi e prima che tu te ne accorga. Ora è il momento giusto per avvantaggiarsi.
Autore | Enrica Bartalotta
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