Insonnia. Un problema che affligge gran parte della popolazione mondiale, frutto, il più delle volte, dello stile di vita frenetico che conduciamo.
Spesso, infatti, siamo portati a domandarci: come è possibile convivere con questo problema?
C’è chi risponde: molla tutto e ritirati in un’isola; chi, invece, si cimenta nel trovare soluzioni efficaci.
Uno studio pubblicato da Elsevier in Biological Psychiatry ha scoperto che i pazienti che soffrono d’insonnia, presentano una minore quantità di materia grigia nelle regioni del cervello deputate al piacere.
Situazioni di forte stress (legate alla depressione, ai traumi), quindi, sono state associate a riduzioni sensibili delle aree della corteccia cerebrale e dell’l’ippocampo, una regione del cervello deputata alla memoria.
Grazie ad una tecnica specializzata, i principali autori dello studio, Ellemarije Altena e Ysbrand van der Werf, del gruppo di ricerca di Eus van Someren hanno messo a confronto i volumi cerebrali delle persone affette da insonnia cronica, con quelli di persone che avevano una buona qualità del sonno.
Gli studiosi, hanno riscontrato che i pazienti insonni manifestavano un minor volume di materia grigia nella corteccia orbitofrontale sinistra. Il dottor John Krystal, direttore di Biological Psychiatry, ha dichiarato, quindi, che “l’insonnia è una caratteristica comune ai pazienti che soffrono di disturbi psichiatrici o di alti livelli di stress“.
INSONNIA, FIGLIA DELLO STRESS
“Rallentare, rilassarsi e riuscire a riposare, vuol dire cercare il giusto ritmo, il proprio tempo, diverso da persona a persona. Vuol dire trovare un equilibrio intelligente tra il nostro correre quando dobbiamo e il nostro fermarci quando possiamo“, così Bruno Contigiani nel lbro “Vivere con lentezza“.
L’insonnia si manifesta principalmente quando si è sotto stress. Anche una serie di situazioni e condotte di vita sbagliate, come il consumo di caffeina, tabacco, alcol, scorrette abitudini alimentari, o fattori ambientali possono compromettere la qualità del sonno.
Per comprendere meglio il fenomeno, è bene fare classificarlo a seconda dei fattori che lo generano.
Esiste infatti l’ insonnia transitoria che dura da una a tre settimane ed è provocata dallo stress (chi è troppo ansioso fatica ad addormentarsi, fa incubi notturni e si sveglia nel cuore della notte) e dalle cattive abitudini alimentari (assunzione di alcol e fumo). Se si alza troppo il gomito prima di andare a dormire, poi, c’è il rischio che la fase rem del sonno (quella in cui si riposa di più) venga alterata.
C’è poi l’ insonnia cronica che dura più di tre settimane. In questa categoria rientrano gli anziani che, con l’avanzare degli anni, dormono poco.
Le persone di una certa età, infatti, schiacciano pisolini pomeridiani, hanno problemi cardiaci o urologici che le costringono a svegliarsi sovente nel cuore della notte.
L’insonnia cronica affligge anche coloro che soffrono di problemi psichiatrici ed assumono una caterva di farmaci.
Le conseguenze più comuni legate a questo problema, si manifestano attraverso sbalzi di pressione, difficoltà metaboliche, rischio di incidenti stradali e sul lavoro.
ESPERIENZE DI INSONNIA
Sul Web, nei siti dedicati fioccano gli sfoghi di donne alle prese con i problemi di insonnia. “Mi addormento alle 21.00 e alle 2.00 di notte mi sveglio, non riesco più ad addormentarmi. Prendo ansiolitici e antipsicotici sedativi prima di coricarmi ma sicuramente l’effetto svanisce dopo un pò di ore. Conoscete un buon farmaco?“, chiede, sconfortata, l’utente dolcezza 000. E di soggetti insonni che chiedono consigli, suggerimenti e soluzioni, ce ne sono a iosa.
SOLUZIONI
Per i casi meno gravi, esiste qualche soluzione all’insonnia. Ad esempio, c’è chi suggerisce la buona abitudine di un pisolino pomeridiano (di breve durata) che permette di stare più svegli ed attivi durante il giorno, aumentando le prestazioni lavorative. Parola di Sara Mednick , ricercatrice presso l’Università della California a San Diego e autrice del libro “Take a Nap“. Gli studi dimostrano che un pisolino di 90 minuti tra le 13.00 e le 16:00, rende migliore la nostra giornata e non altera il sonno notturno.
“L’esercizio fisico migliora il sonno“, dice il dottor Kalyanakrishnan Ramakrishnan, professore associato presso l’Health Sciences Center dell’Università di Oklahoma, “questa abitudine, seguita almeno due ore prima di coricarsi, aumenterà il tempo del sonno notturno di 42 minuti”.
Secondo uno studio condotto presso l’Università dell’Arizona, le donne che camminano qualche ora a piedi, durante il giorno, ottengono, infatti, grandi miglioramenti nella qualità del sonno.
Un altro habitus corretto consiste nell’annotare, su un diario, le preoccupazioni e le cose da fare il giorno dopo. In questo modo, infatti, ritroveremo la quiete e trascorreremo l’intera notte senza pensare agli impegni ed alle responsabilità che ci attendono l’indomani.
Chi guarda film horror o legge libri dal contenuto macabro, avrà maggiori difficoltà ad addormentarsi. La pensa così il dottor Becky Wang – Cheng, direttore medico presso il Kettering Medical Center, in Ohio.
Lo stesso discorso vale per i telegiornali che trasmettono notizie di cronaca. Scene di killer, omicidii e guerre, infatti, possono disturbare la sensibilità delle persone inducendole a restare sveglie tutta la notte.
L’attività sessuale notturna è un ottimo modo per rilassarsi e prendere sonno. Circa il 44%delle donne di mezza età dice che non ha tempo per il sesso. Eppure, il fare l’amore, risolverebbe una serie di problemi legati al sonno.
RIMEDI NATURALI
Tra i rimedi naturali per conciliare il sonno, ci sono la valeriana, la camomilla, il biancospino, il papavero, il luppolo, la passiflora. Anche l’olio essenziale alla lavanda può indurre uno stato di rilassamento totale. Il consumo di latte e miele, prima di andare a dormire, inoltre, ci rende più tranquilli e sereni inducendoci a riposare meglio.
Autore | Marirosa Barbieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA