In un recente studio, i ricercatori della School of Medicine alla Stanford University hanno sviluppato una nuova tecnica di vaccinazione, molto promettente, nel trattamento del diabete di tipo 1.
Il diabete di tipo 1 è una malattia auto immune in cui le cellule responsabili della produzione di insulina sono distrutte dal sistema immunitario del corpo. Questo ostacola la produzione di insulina aumentando così il livello di zucchero nel sangue. Al momento non vi è alcun trattamento disponibile per guarire completamente dal diabete di tipo 1, che rappresenta quasi il 5% dei casi di diabete negli Stati Uniti. Un team di ricercatori della Stanford University hanno sviluppato un nuovo vaccino DNA, che inibisce selettivamente la risposta immunitaria che distrugge le cellule produttrici di insulina. Secondo il Dr. Lawrence Steinman, professore di pediatria e di neurologia e scienze neurologiche a Stanford, si tratta di una nuova tecnica in cui il vaccino agisce per arrestare una risposta immunitaria specifica, a differenza di un vaccino convenzionale che innesca una risposta immunitaria. Le cellule immunitarie differenziano le cellule sane del corpo dai microbi infettivi, individuando le specifiche proteine sulle cellule. I vaccini, in generale, sono progettati per aumentare la risposta immunitaria contro le proteine specifiche trovate su microbi infettivi.
In questa ricerca, gli scienziati hanno modificato il DNA contenente il codice genetico per la proinsulina, un precursore dell’insulina, in modo tale che la proteina invii segnali anti infiammatori verso le cellule immunitarie di target proinsulina. Questa metodologia è stata introdotta per sopprimere la risposta immunitaria contro le cellule produttrici di insulina. Il trial randomizzato ha coinvolto 80 pazienti che sono stati divisi casualmente in cinque gruppi. I pazienti nei primi quattro gruppi sono stati vaccinati con differenti dosaggi ogni settimana per un periodo di 12 settimane, mentre i pazienti nel quinto gruppo hanno ricevuto iniezioni di placebo: i ricercatori hanno misurato i livelli di peptide C, una parte della proinsulina che rimane in circolazione a seguito della produzione di insulina. Poiché il peptide C rimane nel sangue per una durata più lunga, fornisce una migliore valutazione della produzione effettiva di insulina dalle cellule. Le misure sono state effettuate al basale e dopo cinque e 15 settimane e ogni 6, 9, 12, 18 e 24 mesi dopo l’inizio della vaccinazione. Si è constatato che le cellule immunitarie di targeting proinsulina sono state drasticamente ridotte senza influenzare le altre cellule del sistema immunitario, nei pazienti che hanno ricevuto il vaccino. Inoltre, nessuna reazione avversa è stata riportata a causa del vaccino.
Gli effetti del vaccino hanno cominciato a svanire gradualmente una volta che il dosaggio è stato interrotto, dopo lo studio. Per questo motivo, l’autore principale Dr. Lawrence Steinman, ha confermato la necessità di ulteriori studi per dimostrare l’efficacia della nuova tecnica di vaccinazione, che resta molto promettente, ma ha bisogno di essere sperimentata in un gruppo di pazienti più esteso.
27 giugno 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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