Daniela Bortolotti – Chi più, chi meno, tutte le donne hanno esperienza di dolorosi crampi mestruali che, poco prima e durante i primi giorni del ciclo mestruale, hanno afflitto la loro serenità. Ma se questo dolore è abbastanza grave e ricorrente da interferire con la vita quotidiana, impedendo di andare scuola o al lavoro o partecipare ad altre attività abituali, si deve consultare il sanitario.
Si può trattare di una condizione chiamata dismenorrea, che è il termine tecnico per “forti dolori mestruali”. Nella maggior parte dei casi è facilmente curabile.
Se si soffre di dismenorrea, il medico si adopererà per determinare se vi sia qualcosa di patologico che sta causando il dolore, ad esempio fibromi dell’utero o endometriosi. Se è qualcosa di strutturale, il trattamento comporta come prima cosa la risoluzione della causa del dolore. Quando invece non si tratta di qualcosa di strutturale la diagnosi è quella della classica dismenorrea, che colpisce in tutto il mondo una percentuale che va dal 40 al 95 per cento di tutte le donne che hanno il ciclo mestruale.
Il rilascio di ormoni, il dolore e l’infiammazione che le contrazioni muscolari a livello dell’utero, sono nella maggior parte dei casi, quindi, i responsabili dei dolori mestruali. Il dolore può anche derivare dall’ allungamento della cervice quando si espande per consentire il passaggio di coaguli di sangue dall’utero alla vagina.
La dismenorrea di tipo “primario” (quindi non legata a patologie) è più comune negli adolescenti e nei giovani adulti e, infatti, è la principale causa di assenze da scuola o dal lavoro in questa fascia di età. Fortunatamente nella maggior parte dei casi, questa condizione tende a migliorare con l’avvicendarsi della maturità della donna. Alcuni studi suggeriscono che fumo, consumo di bevande alcoliche, sovrappeso o uno sviluppo precoce nei primi anni di vita (prima degli 11 anni) contribuiscono ad aumentare il rischio di dismenorrea.
I sintomi della dismenorrea
Il sintomo più comune della dismenorrea è il classico crampo addominale, che a volte può addirittura irradiarsi alla parte posteriore delle gambe o bassa della schiena. Altri sintomi possono includere:
• nausea
• diarrea
• vomito
• senso di spossatezza/affaticamento
• febbre
• emicrania
• sensazione di vertigine/testa vuota
Il dolore di solito tende a svilupparsi entro poche ore dall’inizio del periodo e coi picchi di il flusso aumenta, specialmente durante i primi due giorni del ciclo.
Prima di consigliare il trattamento, il medico dovrà determinare se si soffre di dismenorrea “primaria” oppure se connessa a qualche patologia: inizierà la visita chiedendoti informazioni sul tuo trascorso “medico” e i principali problemi di salute, dopodiché passerà ad indagare sui sintomi ed eseguirà un esame pelvico.
Se i sintomi sono cominciati durante l’adolescenza o all’inizio dell’età adulta e l’esame è normale, è probabile che sia una dismenorrea di tipo “primario”. Ma se i vostri periodi dolorosi sono iniziati più avanti, dopo i 25 anni, con nessun precedente e non sono mai diminuiti, può essere il caso di presenza di un problema che sta causando dismenorrea.
Alcune donne con dismenorrea primaria che si trovano a notare un peggioramento del dolore nel corso degli anni, potrebbero aver sviluppato una dismenorrea di tipo “secondario” e quindi associata ad una patologia. Per questo si consigliano visite periodiche con il proprio ginecologo di fiducia che, oltre ad un esame pelvico, è in grado di consigliarvi ulteriori indagini con ecografia, tomografia computerizzata (TC) e risonanza magnetica (MRI).
Autore | Daniela Bortolotti
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