Molte persone ritengono che l’uso di dolcificanti artificiali al posto dello zucchero sia la scelta più sana ma vari ricercatori sostengono invece il contrario.
L’American Heart Association suggerisce che le persone dovrebbero evitare di zuccheri aggiunti, perché si tratta di zuccheri e sciroppi che vengono uniti agli alimenti durante la preparazione, l’elaborazione o subito prima del consumo. L’assunzione di zucchero è collegata ad obesità, diabete di tipo 2 e sindrome metabolica, che comprende fattori di rischio per varie malattie fra cui l’ictus. L’American Heart Association e American Diabetes Association hanno dichiarato nel luglio 2012 che i dolcificanti artificiali o “non nutritivi” potrebbero essere una opzione per aiutare le persone a ridurre le calorie e gli zuccheri aggiunti dalle loro diete: è senz’altro vero che si possono perdere alcuni chili con questi tipi di dolcificanti, ma solo se non diventano una scusa per mangiare più dolci, effetto che purtroppo alcuni studi hanno ampiamente dimostrato.
Tuttavia, un articolo pubblicato il 10 luglio sulla rivista “Trends in Endocrinology and Metabolism” rivela che i dolcificanti artificiali come l’aspartame, il sucralosio e la saccarina potrebbero non essere così buoni come si potrebbe pensare. “Non è raro per le persone sentirsi dire che i prodotti dolcificati non fanno male e, anzi, li aiuteranno a perdere peso e a prevenire il possibile recupero dei chili perduto” ha dichiarato la Dottoressa Swithers, autrice dello studio e professore di neuroscienze comportamentali presso la Purdue University di West Lafayette (Indiana) in un comunicato stampa. “I dati a sostegno di tali affermazioni non sono molto forti e anche se la percezione comune è che bevande dietetiche non danno gli stessi problemi delle bibite nelle versioni “regolari”, non significa che la percezione comune abbia sempre ragione“. Circa il 30% degli adulti e il 15% dei bambini negli Stati Uniti attualmente utilizzano dolcificanti artificiali, ha confermato la Dottoressa Swithers. Uno studio svolto ad agosto 2012 ha rivelato che sono proprio i bambini a consumare in maggior quantità le bevande dolcificate artificialmente: dal 2007 al 2008, il tasso di bambini che consumano bibite dolcificate è raddoppiato dal decennio precedente.
Lo studio, che ha esaminato i recenti documenti di ricerca, ha rivelato che i dolcificanti artificiali sono stati collegati ad un maggiore rischio di obesità, di diabete di tipo 2, di sindrome metabolica e malattie cardiovascolari. Basta bere anche solo una bibita al giorno regolarmente, per avere sufficienti possibilità di sviluppare uno di questi disturbi, sostengono i ricercatori. Inoltre, i dolcificanti artificiali sono anche “colpevoli” di attivare modelli diversi di centri del piacere del cervello che normalmente corrispondono ai gusti dolci: questo può significare che i prodotti non soddisfano le nostre gole tanto quanto lo zucchero naturale, infatti un altro studio (sperimentato finora solo su cavie di laboratorio) ha rivelato che i dolcificanti non calorici portano i soggetti a mangiare una quantità maggiore di calorie provenienti da alimenti ricchi di sapore dolce. Alla fine dei test, infatti, le cavie a cui venivano somministrati dolcificanti artificiali avevano preso più peso. Ma non è l’unica ricerca in proposito: altre prove hanno mostrato che il consumo di dolcificanti artificiali spesso porta ad aumento di peso: gli autori sono propensi a credere che i prodotti artificiali confondano la capacità del corpo di regolare le calorie in base alla degustazione di qualcosa di dolce.
Un ulteriore studio ha rivelato un legame tra le bibite a zero calorie e l’aumento di peso nel tempo. Per ogni bibita consumata al giorno, si alza del 65% in più probabilità di diventare sovrappeso nel corso dei prossimi sette-otto anni. “Questi studi suggeriscono che dire alla gente di scegliere le bevande dietetiche potrebbe ritorcersi contro chi veicola un messaggio che crede sia positivo per la salute pubblica“, ha commentato la Dottoressa Swithers. “Il messaggio dovrebbe invece essere quello di limitare l’assunzione di zuccheri ma anche l’assunzione di tutti i dolcificanti“.
La Beverage Association si è scagliata contro la relazione della Dottoressa, sostenendo che l’autrice non ha citato una serie di studi scientifici che dimostrano invece che i dolcificanti ipocalorici sono sicuri e possono essere utili nella dieta e nel successivo controllo del peso. “Questa è una opinione personale, non è uno studio scientifico“, ha dichiarato il portavoce della Beverage Association. “Gli edulcoranti ipocalorici sono alcuni degli ingredienti più studiati e controllati nel settore alimentare, oggi. Sono sicuri e rappresentano uno strumento efficace nel dimagrimento e nel controllo del peso, in base a decenni di ricerca scientifica e di conferme da parte delle Agenzie di regolamentazione in tutto il mondo“.
Autore | Daniela Bortolotti
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