Carolyn Trono, una lavoratrice di Winnipeg, non si dava pace. Da troppo tempo tentava, invano, di perdere quei fastidiosissimi chili di troppo.
Un bel giorno, poi, il suo medico curante le ha prescritto una serie di esami del sangue e la scoperta è stata amara: Carolyn soffriva di ipercolesterolemia (l’aumento del livello di colesterolo cattivo nel sangue) associato proprio al suo sovrappeso.
Da quel momento la vita di Carolyn è cambiata. La giovane donna, infatti, ha messo in atto una serie di misure per perdere peso e tenere a bada il colesterolo.
Che cosa devo fare?
E’ stata la prima domanda di Carolyne al suo medico curante che, senza troppi giri di parole, le ha suggerito un piano alimentare sano e stringente.
Carolyn è l’emblema di tante persone alle prese con l’ ipercolesterolemia. Il colesterolo è una sostanza prodotta naturalmente dal corpo e si trasforma in un problema quando nel nostro organismo lo introduciamo sotto forma di grassi saturi (i lipidi prevalentemente presenti in alimenti trasformati, come gli insaccati, formaggi, biscotti e merendine) dannosi per l’organismo in quanto si sedimentano lungo le pareti delle arterie e le ostruiscono impedendo il flusso del sangue. L’occlusione viene chiamata aterosclerosi e può generare l’ipertensione arteriosa.
I fattori di rischio della malattia sono vari: vita sedentaria, sovrappeso, cattive abitudini alimentari, fumo, scarsa attività fisica.
I VANTAGGI DEL COLESTEROLO
Il colesterolo porta vantaggi al nostro corpo dal momento che esso risulta fondamentale nel processo di formazione e ricorstrizione delle membrane cellulari.
Il colesterolo, inoltre, trasporta gli antiossidanti e le vitamine e rafforza l’epidermide.
ESERCIZIO FISICO
I medici raccomandano ai soggetti affetti da ipercolesterolemia l’attività fisica quotidiana. Si tratta di eseguire semplici esercizi (corsa, nuoto, spinning, passeggiata) che ci permetteranno, nel lungo periodo, di perdere i chili di troppo e ridurre i livelli di colesterolo cattivo.
LA DIETA DI CAROLYNE
Gli specialisti hanno suggerito alla nostra amica Carolyne una dieta molto articolata e basata sull’eliminazione dei cosiddetti grassi saturi.
Per prima cosa, a Carolyne è stato prescritto di consumare la carne rossa una sola volta alla settimana, il pollame 1/2 volte alla settimana, il pesce 2/3 volte a settimana, i legumi ed il tofu dalle due alle tre volte alla settimana oltre a limitare il consumo di caffè, grassi idrogenati e margarina.
Gli amanti di formaggi come Carolyne purtroppo dovranno mettersi l’anima in pace ed accettare, sommessamente, di dover rinunciare al consumo giornaliero di prodotti lattiero-caseari e limitarlo ad uno massimo due giorni alla settimana.
A fronte di queste riduzioni, la dieta di Carolyne prevede l’introduzione di nuovi alimenti, come la frutta secca (noci e semi) ricca di antiossidanti e vitamine; di cereali che contengono sostanze in grado di bloccare gli effetti generati dai grassi cattivi.
QUALCHE IDEA SANA
Passare da un regime alimentare ad un altro non è così semplice come invece può sembrare.
Si tratta, infatti, di sostituire alcuni cibi che ci piacciono (sono sempre quelli che si rivelano i più dannosi) con alimenti salutari ma poco gustosi, come la frutta e le verdure.
Per indorare la cosiddetta pillola, quindi, è importante ricorrere a qualche espediente.
Ad esempio, se non siamo particolari fan della frutta possiamo provare a creare e personalizzare gustosi mix fruttati e smoothie (centrifugati).
Pensiamo ad esempio allo smoothie “banana e pesca“. Questa bevanda completa di vitamine e minerali si ottiene frullando yogurt, banana e pesca. In alternativa, possiamo sostituire la pesca con il mango.
Combinando latte e fragole, invece, realizzeremo un gustosissimo drink a basso contenuto di grassi.
Il milkshake alla banana e frutti di bosco, invece, è ricco di calcio, fibre, proteine e vitamine B e C.
Per una colazione particolare o un dessert ipocalorico possiamo approntare il mango, la pesca, l’ albicocca e lo yogurt ottenendo così una bevanda rinfrescante che contiene solo 55 calorie per porzione.
Per quanto riguarda i primi ed i seconi piatti, infine, possiamo tentare delle sostituzioni più o meno simili.
Ad esempio, se siamo ghiotti della lasagna, potremmo cucinarne una vegetariana, senza l’impiego di ragù o beciamella ma utilizzando olio e verdure precedentemente grigliate.
Lo stesso discorso vale per la frittata che può essere sostituita da uno sformato o dall’uovo sodo, meno grasso e calorico.
LE DIFFICOLTA’
Il percorso dietetico contro il colesterolo cattivo comporta una serie di sacrifici e difficoltà.
La prima fra tutte è la rinuncia a quelli che sono gli alimenti preferiti o che consumiamo abitualmente.
Un’altra difficoltà è costituita dai gusti culinari dei vari componenti della famiglia che, inevitabilmente, sono costretti ad adattarsi al nostro nuovo piano alimentare.
Se vostro marito, ad esempio, è un gran consumatore di carne, troverà difficile dovervi rinunciare o ridurne il consumo.
Non sempre,poi, pranziamo o ceniamo a casa durante la settimana. Anche questo può essere fonte di problemi e difficoltà perchè ci costringerà a mangiare cibi trasformati che sono particolarmente dannosi per il nostro organismo.
I RISULTATI
Le persone affette da ipercolesterolemia che seguono un regime alimentare come quello descritto troveranno giovamento in termini di salute.
I primi risultati positivi saranno visibili dopo i primi sei mesi della terapia e riporteranno i parametri del colesterolo entro i limiti di norma.
I VANTAGGI DI RIDURRE IL COLESTEROLO
Il colesterolo basso porta diversi vantaggi alla salute: primo fra tutti, esso riduce il rischio di sviluppare problemi di cuore. In secondo luogo, mantenere il colesterolo basso comporta una riduzione dei rischi di sviluppare il cancro (soprattutto quello alla prostata), secondo una ricerca condotta dall’US National Cancer Institute.
LO SAPEVI CHE?
E’ sbagliato pensare che il colesterolo sia contenuto esclusivamente nei cibi che consumiamo.
Esiste, infatti, una buona parte di colesterolo (il 90%) proveniente dall’organismo e, per questo, chiamato endogeno; il restante 10 %, invece, è contenuto negli alimenti.
Autore | Marirosa Barbieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA