C’è una relazione tra cervello, intestino ed obesità. Lo spiegano alcuni scienziate della Yale School of Medicine che hanno condotto un esperimento molto dettagliato volto ad individuare eventuali cause dell’obesità.
Gli studiosi, infatti, hanno intercettato una molecola chimica che collega il processo digestivo all’attività cerebrale ed allo sviluppo dell’obesità.
“Abbiamo scoperto che c’è una molecola specifica a livello intestinale che sembra essere responsabile della alterazione della funzione di ricompensa del cervello che di solito si osserva negli individui obesi “, ha detto l’autore dello studio, Ivan de Araujo.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che le diete ipercaloriche comportano una riduzione della dopamina e questo spinge gli individui a compensare la sua carenza cercando soddisfazione nel cibo.
Come ben sappiamo, gli alimenti che conferiscono una grande sensazione di appagamento sono appunto quelli grassi e contenenti un gran numero di calorie, come pizza, patatine, gelati, cioccolato e molto altro.
L’esperimento in questione, pubblicato il 16 agosto scorso su alcune riviste medico-scientifiche è stato condotto su alcuni topi da laboratorio cui è stata somministrata una dieta ad alto contenuto di grassi.
“La novità più grande”, hanno sottolineato gli esperti a margine dello studio, “è il fatto che l’intestino può avere un ruolo così grande sul cervello”.
La dopamina è associata anche a disordini ed atteggiamenti sbagliati come le dipendenze da droghe, ha detto la professoressa Dana Piccolo della Yale School of Medicine che ha preso parte allo studio.
Durante il test sulle cavie da laboratorio, sono emersi quindi dati molto interessanti in grado di spiegare determinati atteggiamenti degli esseri umani.
Grazie ai risultati ottenuti, hanno spiegato gli scienziati, sarà quindi possibile applicare una determinata cura anche agli esseri umani visto che l’atteggiamento animale è simile a quello umano.
“Sono fiducioso che questi risultati avranno qualche rilevanza anche per la condizione umana “, ha detto Kenny speranzoso e soddisfatto.
Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, negli Stati Uniti circa un adulto su tre sono attualmente obesi e la tendenza crescerà nel corso degli anni. Proprio per questo è importante individuare cure e terapie in grado di arrestare questo processo e prevenire gravi casi di obesità.
La recente scoperta si muove proprio in questa direzione anche se dovrà essere ancora sottoposta ad prove rigorose e scientifiche.
Sono numerosi gli studi tesi ad individuare possibili cure all’obesità. Tra le soluzioni più definitive ci sono senza dubbio: una condotta di vita sana, il consumo contenuto di cibi grassi e l’attività fisica quotidiana e costante.
Autore | Marirosa Barbieri
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