Ricercatori dell’Università di Liverpool e dell’Università del West of England di Bristol hanno realizzato uno strumento che è in grado di diagnosticare, per tempo, il tumore alla vescica in maniera più affidabile rispetto ai mezzi odierni (www.foxnews.com/…cancer/).
La nuova macchina, in particolare, si basa sull’analisi dell’odore delle urine del paziente.
A differenza di altri tipi di cancro, quello alla vescica è molto più difficile da rilevare, in quanto attualmente non esistono biomarcatori completamente affidabili.
Per avere un’idea sulla diffusione del carcinoma alla vescica, basti pensare che più di 72.000 nuovi casi vengono diagnosticati negli Stati Uniti ogni anno, secondo l’American Cancer Society e la maggior parte di essi, viene fuori durante i primi stadi della malattia quando, per fortuna, il tumore è ancora curabile.
Tuttavia, una volta guarito, il paziente deve sottoporsi a screening annuali per il resto della sua vita, dal momento che il cancro alla vescica è molto soggetto a recidive.
ECCO COME FUNZIONA LA MACCHINA ODOREADER
Come già detto, il nuovo macchinario Odoreader, si basa sull’analisi delle urine del paziente.
Il dispositivo funziona così: il medico preleva un campione di urina di un paziente e lo posiziona nella macchina. Poi, accende un interruttore e da quel momento in poi, un sensore interno analizza i gas emessi dal urina.
Secondo Chris Probert, gastroenterologo in forza presso l’Università di Medicina di Liverpool, l’idea che sta alla base del funzionamento del macchinario è molto efficace e sorprendente.
Questo permetterà, con maggiore facilità, di intercettare ed identificare il cancro, per tempo.
Gli attuali metodi di screening per il cancro della vescica riescono a rilevare il cancro con un margine di precisione che va dal 50 all’ 80 %.
Invece, su 98 campioni di urina rilevati su 24 pazienti che avevano il cancro e 74 pazienti con sintomi urologici ma privi di cancro, l’Odoreader è stato in grado di identificare con una certezza pari al 100% quali fossero i pazienti oncologici.
Visti i buoni risultati del loro nuovo dispositivo, Probert spera di sostituire presto questo tipo di test con lo strumento in questione.
“La cistoscopia (l’analisi che ci permette di individuare la presenza di eventuali cellule cancerogene) è una procedura molto sgradevole e molto imbarazzante”, ha detto Probert. “e comporta un sacco di ansia e di stress. Per questo motivo, vorremmo utilizzare un metodo meno invasivo, più semplice, efficace e sicuro”.
Probert ha detto che i ricercatori stanno lavorando sodo per implementare il dispositivo ed ottenere che le cliniche ed i nosocomi lo accettino e lo utilizzino come strumento diagnostico.
“Potenzialmente siamo in grado di individuare la presenza di gas nelle urine”, ha detto Probert, “e rilevare, così, la presenza del cancro. Questo strumento (ancora al vaglio degli esperti) potrebbe perciò rivelarsi, in un futuro prossimo, davvero una grande scoperta”.
Autore | Marirosa Barbieri
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