I ricercatori hanno analizzato più di 100 studi globali per dimostrare che l’esposizione a pesticidi, diserbanti e solventi rischia di essere associata ad un rischio più elevato di sviluppare il morbo di Parkinson.
La ricerca è comparsa proprio il 28 maggio sulla stampa, nella rivista Neurology, una pubblicazione medica dell’American Academy of Neurology.
“A causa di questa associazione, esiste anche la possibilità di un legame tra l’agricoltura o il paese di residenza come eventualità di sviluppare il morbo di Parkinson in alcuni degli studi”, ha dichiarato l’autore della ricerca, il Dottor Emanuele Cereda dell’Ospedale Universitario Fondazione IRCCS San Matteo di Pavia. Cereda ha condotto la ricerca insieme al Dottor Gianni Pezzoli, dell’Istituto Parkinson (ICP) di Milano. I ricercatori hanno scoperto che l’esposizione a solventi e antiparassitari ha aumentato il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson dal 33 fino all’80%.
In studi controllati, l’esposizione a diserbanti o fungicidi è già stata associata alla possibilità due volte superiore del rischio di sviluppare la malattia, secondo i rapporti già pubblicati da Science Daily.
“Non abbiamo studiato se il tipo di esposizione, come ad esempio se il composto è stato inalato o assorbito attraverso la pelle e il metodo di applicazione, come la lubrificazione o la miscelazione, possano in qualche modo influenzare il rischio di Parkinson”, ha dichiarato Cereda. “Tuttavia, il nostro studio suggerisce che il rischio aumenta a seconda della dose e della durata di esposizione a queste sostanze chimiche”, ha aggiunto infine il ricercatore.
28 maggio 2013, ore 22:24
Autore | Daniela Bortolotti
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