“Il consumo smodato di farmaci antidolorifici ha comportato un aumento delle morti femminili negli Stati Uniti, a partire dal 1999”.
A riportare la notizia è il giornale Foxnews.com che riprende i dati diffusi dal Centro delle Malattie e la Prevenzione (CDC) di Atlanta.
Secondo la ricerca, infatti, il consumo di farmaci antidolorifici da prescrizione ha comportato un aumento del 415 % della morte tra le donne degli Stati Uniti a partire dal 1999 a fronte di un 265 % di vittime negli uomini.
“Si tratta di numeri davvero preoccupanti”, ha detto Thomas Frieden direttore del CDC, “l’aumento dell’overdose da oppiacei e le morti per overdose da oppiacei è direttamente proporzionale all’impennata della prescrizione di antidolorifici”.
I medici, inoltre, sono concordi nel dire che mentre gli antidolorifici possono rivelarsi fondamentali per alleviare i dolori causati dal cancro e da altre gravi malattie, il loro uso va ridimensionato nel trattamento di condizioni meno gravi che il più delle volte possono essere affrontati attraverso metodi alternativi, come l’esercizio fisico.
Secondo gli autori della ricerca, inoltre, le donne sembrano più propense a sperimentare antidolorifici rispetto agli uomini e, di conseguenza, ne pagano maggiormente le conseguenze.
Anche se la percentuale di uomini deceduti per overdose di antidolorifici supera ancora quella delle donne (sono 10.020 gli uomini morti nel 2010 a fronte di 6631 donne), gli esperti dicono che le donne, presto, potrebbero eguagliare se non addirittura superare la percentuale degli uomini nel prossimo futuro.
Secondo gli esperti, i medici possono invertire questa pericolosa tendenza attraverso un migliore e maggiore controllo dei loro pazienti.
Le autorità sanitarie Usa, infatti, stanno invitando i medici a cercare alternative per la cura di spasmi e dolori dei loro pazienti piuttosto che incoraggiarli all’abuso di antidolorifici.
Come se non bastasse, i medici vengono continuamente incoraggiati a partecipare a programmi di monitoraggio sullo stato di prescrizione dei farmaci, per identificare ed intercettare in tempi celeri ed immediati i pazienti che stanno abusando degli antidolorifici.
Questi programmi di prevenzione seguiti dagli specialisti, hanno prodotto significativi effetti nello stato di Washington che ha visto così una riduzione del 23% della prescrizione di antidolorifici con un calo della mortalità tra il 2008 ed il 2011.
NEL CUORE DELLO STUDIO
In base ai risultati della ricerca, l’overdose di antidolorifici è stata responsabile di oltre 15.500 decessi nel 2009.
Tra le sostanze più utilizzate, c’è il metadone il cui consumo ha provocato più del 30% dei decessi.
Il metadone è stato utilizzato in modo sicuro ed efficace per trattare la dipendenza da droga per decenni ed è stato sempre prescritto come antidolorifico perché è un farmaco generico che può fornire sollievo dai dolori di ogni sorta.
Tra gli altri analgesici che, se assunti in quantità eccessive portano alla morte, ci sono farmaci come Vicodin (idrocodone), OxyContin (ossicodone), Opana (ossimorfone).
Il metadone, come altri antidolorifici, è comunemente prescritto per problemi cronici come il mal di schiena e nel 2009 sono state registrate più di 4 milioni di prescrizioni di metadone, nonostante la US Food and Drug Administration avesse avvertito circa i rischi connessi a questa sostanza.
Lo studio, infine, suggerisce dei metodi volti a limitare l’abuso di antidolorifici. Ad esempio, il governo Usa ha predisposto programmi tesi ad educare gli operatori sanitari ed i consumatori circa il corretto utilizzo del metadone; gli Stati americani, inoltre, sono chiamati a promuovere l’uso di linee guida che spieghino come impiegare correttamente il metadone.
Gli operatori sanitari possono invece attuare lo screening ed il monitoraggio per l’abuso di sostanze pericolose, educare i pazienti su come utilizzare in modo sicuro, conservare e smaltire metadone e prevenire un’eventuale overdose.
03 luglio 2013
Autore | Marirosa Barbieri
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