C’è una nuova malattia in città, almeno, la potete riscontrare se vivete nella Cina orientale: a distanza di molto tempo dalla scomparsa dell’influenza aviaria H5N1 (e relativa scomparsa dal nostro interesse, ma soprattutto da quello dei media che avevano smesso di scriverne), dovremo forse abituarci a un altro assortimento di lettere e numeri. Il suo nome è H7N9, ma dobbiamo davvero preoccuparci?
“Sì e no” sembra riassumere la risposta degli esperti. Sì, a causa del potenziale di virus influenzali che potrebbero causare epidemie globali e pandemie. No, perché il virus è ancora confinato in Cina e non ha capacità al momento di essere trasmesso tra gli esseri umani.
I dati del nuovo virus sono semplicemente questi: nello spazio di un mese, più di 100 persone sono state infettate in Cina. Uno su cinque è morto e molti altri sono gravemente malati in ospedale. Il virus provoca la polmonite e può portare a insufficienza di vari organi. Il virus ha avuto origine nei polli e coloro che si sono ammalati frequentano generalmente per lavoro i mercati di pollame vivo, oppure hanno avuto contatti stretti con volatili infetti.
“Penso che dovremmo essere preoccupati perché ci dobbiamo preparare, ma non allarmarci: il virus negli esseri umani è ancora strettamente relegato ad una regione della Cina e sembra ancora di essere esclusivamente animale. Di infezione umana non ci risultano casi di diffusione”, ha invece dichiarato il prof John McCauley, direttore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che sta collaborando alla ricerca sul virus.
H5N1 e H7N9: cosa cambia?
Per anni i virologi e l’OMS hanno avvertito (in termini spesso apocalittici) della minaccia rappresentata dal virus H5N1. L’ Hs e l’Ns sono le proteine di superficie del virus e danno i diversi sottotipi con il loro nome. L’H5N1 ha infettato e causato la morte negli esseri umani dall’anno 1997, più specificamente 628 casi di contagio e 374 decessi ad oggi. L’H5N1 attualmente non ha più l’interesse dei media internazionali, ma dall’inizio dell’anno ha comunque già causato otto morti in Cambogia: per fortuna è ancora in gran parte una malattia esclusiva degli uccelli e non si trasmette facilmente tra gli esseri umani.
Ciò non significa che i virus H5N1 o H7N9 non potrebbero mai diventare infezioni umane a diffusione aerea: negli ultimi anni gli scienziati hanno dimostrato che ci vorrebbero circa cinque mutazioni dell’influenza aviaria per arrivarci, ma l’H7N9 ha già subito due delle mutazioni necessarie nello spazio di un mese. Oltre è impossibile prevedere.
“Sarebbe come tirare i dadi o vincere alla lotteria” ha sostenuto Wendy Barclay, docente con cattedra in Influenza e Virologia all’Imperial College di Londra. “Per quanto si possa fare, è probabile che le mutazioni sorgano e quindi bisogna limitare il numero di contagi da virus: in questo momento è la cosa migliore che possiamo fare per ridurre al minimo la possibilità che si possa trasformare in una pandemia”, ha concluso il professore.
“Abbiamo atteso la trasmissione interumana del virus H5N1 per anni, ma questo non significa che non succederà stanotte o domani. Dobbiamo essere onesti e aperti, non siamo in grado di prevedere se o quando ciò accadrà” ha dichiarato in merito il Prof. Jeremy Farrar, Direttore del programma Wellcome Trust, in Vietnam.
Gli esperti di influenza devono rimanere sempre in bilico su un sottile confine, tra l’avvertire il pubblico e il procurare inutili allarmi. A differenza dell’H5N1, il nuovo virus non causa la malattia negli uccelli, il che rende molto difficile identificare i gruppi infetti, ma gli esperti internazionali hanno elogiato il lavoro delle autorità cinesi per il modo in cui hanno condiviso le informazioni su questa epidemia.
Molte persone saranno scettiche circa il rischio di una pandemia influenzale dopo che l’epidemia di influenza suina del 2009 si è rivelata meno grave di quanto temuto, ma non bisogna dimenticare che le pandemie hanno ucciso milioni di persone, in passato, e il lavoro essenziale per creare un vaccino continuerà, per tenere sotto controllo anche la possibile evoluzione del virus H7N9.
Autore | Daniela Bortolotti
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