Sandra Ianculescu – Se non hai una fattoria devi nutrirti di alimenti che trovi al supermercato. Impara a scegliere quelli che non mettono a rischio la tua salute.
Gli additivi alimentari sono sostanze utilizzate negli alimenti al fine di mantenerli freschi più a lungo possibile durante il processo di fabbricazione, stoccaggio, distribuzione e vendita. Tuttavia, il fatto che mantengano la freschezza degli alimenti non li rende più sani: in generale, l’uso dei conservanti significa una riduzione della qualità del prodotto e un aumento del rischio di comparsa di alcuni microorganismi alimentari nocivi alla salute.
Additivi alimentari con effetti nocivi
Il conservante E 102 (tartrazina) utilizzato alla produzione della senape e delle marmellate: si raccomanda una dose massima di 7,5 mg, o gli effetti a lungo termine possono essere dannosi.
L’amido modificato E 1404, E 1440 e E 1420 (conservanti utilizzati nei prodotti a base di carne) stimola il gonfiore, i processi di decomposizione nel colon e aumenta il rischio di cancro al colon.
I benzoati E 210, E 211, E 212, l’acido borico e i suoi sali, E 284-285, utilizzati nella conservazione dei prodotti lattiero-caseari, sono un pericolo reale perché riducono la capacità di trasporto di ossigeno verso i globuli rossi.
I conservanti riducono costantemente la quantità di vitamine che si possono ottenere dal cibo, influenzando così il sistema immunitario. I dolcificanti di sintesi, come l’E 954, e i coloranti, come il caramello E 150, rendono perfino il miele -un alimento estremamente utile e ricco di Vitamine B, C e K– un alimento nocivo.
Additivi alimentari innocui
Alcuni conservanti possono essere consumati nel limite dell’assunzione giornaliera accettabile, in particolare i coloranti. Alcuni sono innocui, come l’E 941 (azoto, usato come gas naturale), E 509 (cloruro di calcio, usato come agente indurente) o anche senza alcun rischio, com’è il caso di E 170 (carbonato di calcio usato come colorante bianco, naturale).
I tipi più comuni di conservanti
I benzoati – E 210 (acido benzoico) o E 211 (benzoato di sodio): utilizzati soprattutto nella conservazione delle bevande, marmellate, sottaceti, formaggi e margarina.
I nitriti – E 249 (nitrito di potassio): utilizzati soprattutto per le carni confezionate per dare il colore rosa.
I solfiti – E 221 (biossido di zolfo): utilizzati nella conservazione della frutta secca e dei vini, in particolare dei vini rossi, e dei succhi di frutta.
I sorbati – E 202 (sorbato di potassio) ed E 203 (sorbato di calcio): utilizzati negli sciroppi e nei prodotti lattiero-caseari.
Gli antimicrobici – prevengono la comparsa della muffa o funghi negli alimenti. Esempio: E 249 viene utilizzato per la conservazione dei prodotti a base di carne come il prosciutto, E 220 viene utilizzato nella conservazione della birra.
Gli antiossidanti – impediscono al cibo di cambiare colore. Esempio: E 304 nella margarina.
I conservanti d’ispessimento e stabilizzazione – danno una certa consistenza al cibo, come l’E 410 (gomma di guar), e impediscono la formazione dei cristalli di ghiaccio nel gelato.
Gli emulsionanti – utilizzati nella fabbricazione dei prodotti contenenti di grassi o acqua. Esempio: E 479, usato nella composizione dell’olio di soia.
Gli agenti – danno sapore al cibo, come l’E 1520, utilizzato come dolcificante artificiale.
I coloranti – si utilizzano nel caso degli alimenti che sbiadiscono nel corso della lavorazione. Esempio: E 110 (giallo arancio), E129 (rosso), E 133 (blu), E 142 (verde), E 151 (nero), E 154 (marrone).
E’ importante capire che non tutto quello che consideriamo sano lo è. Il latte, la carne, le bevande contengono tutti i tipi di additivi, più o meno nocivi, che possono causare effetti indesiderati. Perciò, devi analizzare sempre la composizione degli alimenti che mangi e, se non puoi assolutamente evitare gli additivi alimentari, scegli le opzioni con il contenuto più basso.
Autore | Sandra Ianculescu
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Testate giornalistiche, telegiornali e svariate voci politiche da anni sostengono che la popolazione italiana sia inesorabilmente “invecchiata”. “Gli Italiani non fanno figli e pertanto non sussiste un ricambio generazionale”. Ma la verità è ben diversa! Come già accade per effetto delll’inquinamento, molte gravi patologie sono determinate proprio dall’utilizzo degli additivi negli alimenti e ogni anno mietono migliaia di vite. Le generazioni più colpite sono quelle più giovani (nate dagli anni settanta in poi) e questo ci permette di comprendere una realtà ben diversa. Gli anziani appartengono a quelle generazioni che ebbero la fortuna di vivere per un periodo sufficentemente lungo in un contesto non solo ambientale ma anche alimentare alquanto migliore di quello odierno. In realtà non sono gli anziani che aumentano, sono le nuove generazioni che muoiono.