Scoprire l’aggressività del cancro al seno, grazie all’esame dei linfonodi.
E’ quanto sostiene una nuova ricerca targata Università di Lund, in Svezia. Secondo gli studiosi, infatti, questo specifico esame è in grado di dirci la pericolosità o meno del cancro che abbiamo trattato.
Dopo un’operazione di cancro della mammella, la parte tumorale rimossa viene puntualmente sottoposta ad una biopsia (un esame che ci dice se il tumore è aggressivo o meno).
Può succedere, però, che il tumore, prima facie, sembri meno aggressivo mentre i linfonodi sono intaccati e compromessi.
Per questo è importante verificare lo stato di salute dei linfonodi per avere una fotografia perfetta della reale situazione.
I ricercatori svedesi, quindi, hanno analizzato lo stato dei recettori ormonali realizzando che essi mostrano un quadro significativamente più preciso del rischio di metastasi.
“Si tratta di un esame poco costoso, semplicissimo da realizzare ed efficace“, ha detto Lisa Ryden, chirurgo e ricercatore presso l’Università di Lund.
Lo studio ha analizzato un campione di 500 donne che si trovavano nelle prime fasi del cancro al seno e che avevano subito un intervento chirurgico al Lund. In circa un terzo delle donne che hanno subito un intervento chirurgico per il carcinoma mammario in stadio precoce, sono state riscontrate tracce di tumore nei linfonodi.
“Lo studio molecolare ha mostrato, nei linfonodi, la presenza dello stesso sottotipo di cancro presente nel tessuto mammario anche se a volte si trattava di tipi diversi. E quando abbiamo studiato gli esiti del cancro delle donne, a distanza di 10 anni, abbiamo scoperto che le donne che avevano avuto in precedenza una prognosi positiva, in realtà avevano sviluppato una metastasi, nel tempo“.
Questo ci fa capire che quando i medici esaminano solo il tessuto mammario, vi è il rischio che il tumore, in realtà, possa essere ben più aggressivo. Per verificarne la reale pericolosità, è importante quindi analizzare i linfonodi.
“Se, dall’inizio, analizziamo le condizioni dei linfonodi, saremo in grado di trattare le donne con farmaci citostatici mirati e supplementari. Questo potrebbe impedire una recidiva nella malattia“, ha concluso l’esperta.
Una piccola percentuale di pazienti, sottoposti allo studio, ha mostrato una differenza nel tipo di tumore presente nel tessuto mammario ed in quello dei linfonodi.
Quello che ha spinto i ricercatori svedesi ad approfondire le tecniche di diagnosi della malattia, è il fatto che il cancro al seno è una patologia sempre più comune ed in espansione nel mondo.
Una tecnica diagnostica accurata e completa, il più delle volte, può fare una notevole differenza: la differenza tra la vita e la morte.
Autore | Marirosa Barbieri
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