Economici impacchi alle gambe tramite dispositivi gonfiabili: secondo una ricerca scozzese potrebbero diventare la cura salva vita dei pazienti, dopo un attacco di ictus. I dispositivi si occuperebbero di spremere regolarmente le gambe per mantenere fluido il sangue e prevenire la formazione di fatali coaguli di sangue.
Un test eseguito su 2.876 pazienti, il cui risultato è stato pubblicato sulla rivista Lancet, ha dimostrato che c’erano meno coaguli con questo tipo di impacco. La Stroke Association ha dichiarato a sua volta che i risultati sono stati “molto incoraggianti” e ciò potrebbe potenzialmente salvare migliaia di vite.
Un coagulo nella gamba, una trombosi venosa profonda, sono normalmente associati ai voli lunghi, ma sono anche un problema per i pazienti ricoverati che non sono in grado di muoversi. Circa 60.000 persone l’anno restano immobilizzate nel letto, al momento del ricovero in ospedale dopo un ictus. I medici del Western General Hospital e dell’Università di Edimburgo ha dichiarato che le calze a compressione non hanno migliorato la sopravvivenza e i farmaci trombolitici hanno in alcuni casi portato altri problemi, tra cui l’emorragia al cervello. I dispositivi, invece, si adattano intorno alle gambe e si riempiono di aria ogni minuto, comprimendo entrambi gli arti e forzando il ritorno del sangue al cuore. Nei soggetti sotto test sono stati indossati per un mese o fino a quando il paziente ha recuperato ed è stato in grado di muoversi di nuovo.
Nello studio, circa l’8,5% dei pazienti trattati con il dispositivo di compressione hanno sviluppato coaguli di sangue, contro il 12,1% dei pazienti che sono stati trattati normalmente. Il Prof. Martin Dennis ha dichiarato: “Finalmente abbiamo un trattamento semplice, sicuro e conveniente, che riduce il rischio di trombosi venosa profonda e sembra anche ridurre il rischio di morte dopo un ictus. Stimiamo che questo trattamento potrebbe potenzialmente aiutare circa 60.000 pazienti colpiti da ictus ogni anno e, se verranno trattati in questo numero, stimiamo di prevenire circa 3.000 di trombosi venosa profonda e, forse salvare, circa 1.500 vite“. Si procederà testando il sistema su altri pazienti immobili, come quelli ammalati di polmonite.
Il Professor Tony Rudd, che presiede l’Intercollegiate Guideline Stroke Group presso il Royal College of Physicians, ha dichiarato: “Questo studio è un importante passo avanti che mostra come un trattamento semplice e sicuro, possa essere in grado di salvare vite umane. È uno dei più importanti studi di ricerca nel campo degli ictus, negli ultimi anni“.
Sempre a tal proposito, il Dottor Dale Webb, della Stroke Association, ha dichiarato: “I risultati di questa ricerca sono estremamente incoraggianti e mostrano che l’utilizzo di un dispositivo di compressione, sulle gambe di pazienti a rischio di sviluppare coaguli di sangue, potrebbe essere un trattamento più efficace di tanti altri. Questo nuovo dispositivo può potenzialmente salvare migliaia di vite e ci piacerebbe vederlo presto fare parte delle linee guida cliniche nazionali“.
06 giugno 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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