L’obesità è stata a lungo vista come un problema ambientale: i bambini bevono bibite zuccherine, mangiano grassi saturi e stanno seduti davanti agli schermi televisivi per ore, dicono gli esperti. Ma una nuova ricerca svolta presso la University of California Irvine ha invece scoperto che la genetica ha un grave impatto sull’obesità.
La saggezza popolare dice che eccesso di cibo e mancanza di esercizio fisico sono i colpevoli dell’epidemia di obesità in America e gran parte del mondo, ma non è tutto secondo la ricerca, che sostiene siano implicate anche alcune sostanze chimiche chiamate “obesogeni”.
“Un obesogeno, secondo noi, è una sostanza chimica che costringe in qualche modo l’organismo a immagazzinare più grasso“, ha dichiarato il Dr. Bruce Blumberg, professore di Biologia dello Sviluppo presso la University of California Irvine. “Può farlo generando più cellule di grasso, mettendo più grasso in quelle esistenti, o può farlo indirettamente modificando il metabolismo, facendo sentire l’individuo più affamato o non in grado di percepire il senso di pienezza in tempi adeguati“. Anche se gli scienziati sanno da tempo dell’esistenza degli obesogeni, la squadra di Blumberg è stata la prima a scoprire che le esposizioni iniziali possono durare attraverso (almeno) tre generazioni.
Lo studio è ovviamente in conflitto con l’opinione popolare nella comunità degli obesi, in cui la dieta e l’esercizio fisico sono visti come i principali strumenti di dimagrimento: il fitness è un argomento che sta a cuore a tutti, dalla First Lady Michelle Obama al sindaco di New York Michael Bloomberg ma, come è stato dichiarato nello studio, “la dieta e la mancanza di esercizio continuano ad essere indicati come causa principale, però questo non può spiegare i risultati di un recente studio, che ha dimostrato che otto specie di animali, tra cui gli animali domestici, da laboratorio e alcuni esemplari selvatici che vivono in prossimità degli esseri umani, sono diventati obesi in parallelo con l’epidemia di obesità umana“.
I ricercatori hanno somministrato ad alcuni soggetti cavia in gravidanza basse dosi di tributilstagno, un pesticida noto per aumentare l’obesità nei topi. Il Dr. Blumberg e il suo team hanno seguito gli effetti attraverso tre generazioni di cavie e hanno scoperto che l’obesità persisteva. “Quello che abbiamo scoperto è che gli effetti sono persistenti nei nipoti e pronipoti e che alcuni degli effetti erano in realtà più forte nei pronipoti che non erano mai stati esposti“, ha aggiunto il ricercatore. Gli effetti sul grasso differivano in diverse parti del corpo, anche se alcuni depositi erano due volte maggiori. “Nel complesso, gli animali erano probabilmente del 15% circa più grassi” e, poiché i topi e gli esseri umani condividono lo stesso recettore del grasso, lo studio è “al 100 per cento“, applicabile alle persone, secondo Bruce Blumberg.
Lo studio ha rivelato che il tributylin può rendere gli animali e gli esseri umani più grassi in qualsiasi fase della vita, anche se è interesse nel team applicare gli studi alla prevenzione dell’esposizione prenatale agli obesogeni; le persone giovani possono diventare predisposte all’obesità, che può essere difficile da risolvere, se non viene impedito in tempo. “Immaginate di essere una persona che ha lavorato molto duramente e, fra dieta ed esercizio, ha perso 70 chili” ha dichiarato Blumberg. “Uno si vede e si sente meglio di quanto gli sia mai accaduto nella vita, perché dovrebbe avere la quasi certezza di poter recuperare il peso perso?“.
La risposta, secondo Blumberg, è nella programmazione metabolica. “Il nostro corpo è programmato per comportarsi in un certo modo dalle prime esperienze di vita, ed è molto difficile da modificare” ha detto il Dottore. “Coloro che desiderano eliminare gli obesogeni dalla loro dieta potrebbero avere difficoltà perché gli obesogeni possono essere in quasi tutti gli alimenti e ambienti, dai cosmetici al packaging di alcuni prodotti”.
Non dimenticate che le precauzioni come il filtraggio dell’acqua e l’acquisto di prodotti alimentari biologici possono tornare utili nella prevenzione da contatto. Maggiori informazioni sugli obesogeni si possono trovare sul sito del programma indipendente “Living on earth”, a questo indirizzo: www.loe.org
Autore | Daniela Bortolotti
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