“Il veleno dell’ape è in grado di distruggere in modo sicuro ed efficace le cellule dell’Hiv”.
E’ quanto sostengono gli esperti della facoltà di Medicina dell’Università di Washington (della School of Medicine di St. Louis). I risultati dello studio, destinato a creare un certo clamore, non sono stati ancora confermati ed è quindi prematuro parlare della creazione di un farmaco in grado di debellare l’Aids.
In attesa di conferme scientifiche che porterebbero ad una svolta per la cura di una malattia letale, l’autore della ricerca, Joshua Hood, spende parole di soddisfazione per la sorprendente scoperta.
Secondo Hood, infatti, la melittina (la tossina principale contenuta nel veleno d’ape), potrebbe essere in grado di distruggere il virus dell’Aids senza intaccare in alcun modo le cellule sane del nostro corpo.
Questa tossina rappresenta il 52% dei peptidi presenti nel veleno d’ape e sembra sortire effetti sorprendenti anche nel debellare i virus dell’epatite B e C e dei tumori.
“Spero tanto che questa sostanza derivata dal veleno delle api”, ha chiosato Hood, “possa in qualche modo contrastare l’insorgenza di infezioni così gravi, a differenza di altri rimedi finora sperimentati per la cura dell’Aids e di altre malattie mortali”.
La melittina, assunta in grandi quantità, può però causare gravi danni al corpo umano. Tuttavia se essa è adoperata in maniera ponderata, può diventare un antidoto efficace ed affidabile per combattere batteri ed agenti patogeni alla base di numerose malattie gravi e persino le cellule tumorali maligne.
Si tratta di una tossina così potente e virulenta da distruggere il virus dell’Hiv e da prevenire, quindi, la diffusione della malattia.
Per il momento, come si apprende dalle colonne del giornale The Sun, la melittina è stata utilizzata sotto forma di gel vaginale.
In base alla ricerca condotta dall’università di Washington le nanoparticelle, contenente melittina, inoculate nel corpo umano, sembrano non danneggiare affatto le cellule sane.
Infatti, gli scienziati hanno aggiunto dei “paraurti” di protezione alla superficie delle nanoparticelle così da evitare la compromissione delle cellule normali. In sostanza, nel caso di contatto con le cellule normali, le nanoparticelle schermate di melittina si allontanano dalle cellule sane.
In questo modo, esse non comportano alcun danno o lesione importante.
Le cellule dell’ HIV risultano di dimensioni molto più contenute rispetto alle nanoparticelle contenenti melittina.
Quando le cellule dell’Aids incontrano quindi le nanoparticelle, queste ultime le aggrediscono rilasciando direttamente la tossina del veleno d’api che distruggerà il virus.
Autore | Marirosa Barbieri
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