Il virus H7N9 dell’influenza aviaria, che è stato segnalato per la prima negli esseri umani in Cina quest’anno, ha un rischio di mortalità inferiore rispetto all’influenza aviaria H5N1 che è emersa nel 2003, lo hanno dichiarato i ricercatori lunedì scorso.
Uno studio condotto da scienziati del Centro cinese per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione a Pechino e l’Università di Hong Kong, ha scoperto che la H7N9 si è rivelata fatale nel 36% dei pazienti ricoverati in ospedale sulla terraferma cinese. In un articolo nella pubblicazione on line della rivista medica “Lancet” lunedì scorso, i ricercatori hanno stimato che il rischio di mortalità per un caso sintomatico di influenza H7N9 potrebbe essere dallo 0,16% al 2,8%, ciò significa che l’influenza è molto meno letale rispetto al virus H5N1 che ha ucciso 375 delle 630 persone infettate in tutto il mondo negli ultimi dieci anni, secondo l’articolo citato.
“Le infezioni umane da virus dell’influenza aviaria H7N9 sembrano essere meno gravi di quanto riportato in precedenza” hanno scritto i ricercatori nel documento. Tuttavia, hanno aggiunto che la continua vigilanza e sforzi di controllo intensivo, sono fondamentali per ridurre al minimo i rischi di infezione umana.
Le statistiche ufficiali mostrano che a partire dalla fine di marzo, quando il primo caso di H7N9 nel mondo è stato riportato, fino al 27 maggio, il continente cinese ha registrato un totale di 130 casi confermati in laboratorio, tra i quali 37 morti e 76 guariti. Diciassette pazienti, ad oggi, rimangono in ospedale.
24 giugno 2013
Autore | Daniela Bortolotti
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